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Un assessorato al Fair Play, anche così s’impara il rispetto
I l migliore della settimana: Antonella Stelitano, 53 anni
NELLA FINE DI QUESTA ESTATE CAFONA, fatta di folle indisciplinate, insulti via web, violenza e una buona dose di inciviltà, mi piace una notizia che viene da Ponzano Veneto, piccolo Comune in provincia di Treviso che, con un gesto quasi rivoluzionario, ha deciso di istituire l’assessorato al Fair Play. Si, proprio quel Fair Play che dello sport dovrebbe essere l’anima, il minimo comune denominatore, l’essenza. Quelle paroline magiche che sono contenute negli statuti di ogni federazione sportiva, ma che sono più assenti che presenti. Ebbene, questo Comune di 12.700 abitanti ha deciso di aderire ad un’iniziativa promossa dall’Anci e dal Comitato Italiano Fair Play, passata in sordina e snobbata da molti.
SE I DUE ENTI NAZIONALI avevano pensato a qualcosa di poco invasivo, come una sigla da aggiungere a caratteri più o meno minuscoli a fianco dell’intitolazione dell’assessorato allo Sport, il Comune di Ponzano Veneto ha deciso invece di fare qualcosa di più incisivo. Si sono detti: perché il Fair Play deve essere solo pensato in relazione allo sport? Perché non considerarlo un modello di convivenza da esportare ad ogni contesto della vita sociale? Ed ecco allora se Fair Play deve essere sarà un assessorato vero e proprio, con una sua dignità e un suo assessore che, per la cronaca, è lo stesso assessore allo Sport, almeno per ora. In Comune pare che nessuno si sia opposto. Del resto perché farlo? Chi può avere il coraggio di dirsi contrario a regole che promuovono il rispetto dell’avversario, l’educazione, il comportamento leale e onesto, il principio di solidarietà? Così, Ponzano Veneto è forse il primo Comune d’Italia a fregiarsi di questo nuovo assessorato, che poco ha a che fare con stadi e campi sportivi perché vuole coinvolgere tutti i cittadini nella promozione di uno stile di vita e di un comportamento eticamente corretti.
VA ANCHE DETTO che Ponzano vanta un record sportivo non indifferente. Qui hanno scelto di vivere grandi campioni come la sciatrice Deborah Compagnoni, il ginnasta medaglia d’oro olimpica Igor Cassina, e altri giovani atleti che ogni giorno possono fare sport scegliendo tra tante proposte e, per fortuna, tanti impianti. Sono convinta che più dei grandi discorsi su come cambiare l’Italia, valgono i singoli gesti concreti. E questo gesto a me è piaciuto moltissimo. Lo sport non può cambiare il mondo, ma può sicuramente aiutare a migliorarlo.