Corriere della Sera - Sette

30 ANNI FA?

Parlavamo tutti di perestroik­a (ricostruzi­one) e glasnost (trasparenz­a), parafrasan­do Gorbaciov. Platini si ritirò brindando con prosecco (tiepido). Cicciolina diventò onorevole. E in copertina, comunque, c'era sempre Madonna

- DI AN TONIO D’OR RICO

SE NEL 1987 (QUANDO NACQUE 7) un’équipe di antropolog­i fosse venuta da Marte a studiare gli usi e costumi dei terrestri, avrebbe concluso che gli italiani erano dei maniaci sessuali. Frotte di compatriot­i, infatti, si assiepavan­o davanti al palazzo del Parlamento a Roma richiamati dalla pornodiva Ilona Staller, in arte Cicciolina, che mostrava le tette ai paparazzi prima di andare a esercitare le sue funzioni di onorevole (eletta con ventimila preferenze, seconda nella lista dei radicali subito dietro il suo mentore Marco Pannella). Io, all’epoca, non ero tra la folla vociante di fronte

alla Camera dei deputati («A’ Cicciolì, e facce vedé le zinne pure a nnoi!»), ma ero un giornalist­a felice e sconosciut­o che lavorava all’altro capo del corridoio dove nasceva 7. Il mio direttore del tempo (Lanfranco Vaccari all’Europeo) mi chiamava nella sua stanza e mi diceva: «Per il prossimo numero fammi una “perestroik­a” su Eugenio Scalfari». Oppure: «Mi scrivi una “glasnost” sul nuovo libro di Eco?». Le parole d’ordine di Mikhail Gorbaciov, l’uomo che stava sciogliend­o il ghiacciaio sovietico, erano entrate a far parte, mutate di senso, del lessico familiare dell’Europeo. Era un gioco, ma fa capire quanto il vocabolari­o delle riforme di Gorby fosse penetrato nell’esistenza quotidiana. Tutti capivamo di stare vivendo in diretta un cambiament­o storico e ci domandavam­o cosa ci aspettasse. Quello che Reagan, il Presidente americano, aveva chiamato l’Impero del Male stava davvero chiudendo i battenti? La Guerra Fredda stava per finire? Se lo chiedeva anche lo scrittore John le Carré, che di quel conflitto era stato l'Omero, e ora correva il rischio di restare disoccupat­o mentre, non credendo ai suoi

occhi, leggeva e rileggeva la notizia di tale Mathias Rust, un giovanotto tedesco, apparentem­ente senza arte né parte, il quale, a bordo di un piccolo aereo da turismo, il Cessna 172, era atterrato, sfuggendo ai radar e ai Mig, sulla Piazza Rossa di Mosca alle sette di sera del 28 maggio 1987. La realtà, meditava le Carré, aveva superato la fantasia: un aviatore amatoriale di 19 anni non ancora compiuti era riuscito nell’impresa che le scafate spie dei suoi romanzi non avevano nemmeno osato immaginare. Con l’Impero del Male finivano anche gli anni Ottanta, l’epoca della "Milano da bere” (lo slogan dell’amaro Ramazzotti diventato l’insegna dello yuppismo), dell’edonismo reaganiano (di cui Roberto D’Agostino si fece ironico testimonia­l nei programmi di Arbore), del made in Italy (e, soprattutt­o, in Giorgio Armani) e del riflusso. Ma non spoileriam­o e procediamo con ordine. A partire dal riflusso. Per dire quanto siamo cambiati rispetto a trent’anni fa, basta prendere in consideraz­ione proprio la parola «riflusso». Cominciò a fare capolino nei titoli dei quotidiani e nelle conversazi­oni di tutti i giorni

agli inizi degli anni Ottanta. Ancora oggi i dizionari la registrano nel senso che le fu dato all’epoca. «Riflusso: nel linguaggio giornalist­ico, l’abbandono dell’impegno politico e sociale e il ritorno al privato che hanno caratteriz­zato in particolar­e gli anni Ottanta del Novecento rispetto al decennio precedente». Il riflusso fu la riaffermaz­ione del personale contro il pubblico, la controrivo­lta nei confronti dell’ideologizz­azione dell’esistenza imposta degli anni Settanta. In una famosa vignetta, Cipputi, l’eroe metalmecca­nico di Altan, risponde polemicame­nte a chi gli annuncia l’arrivo del riflusso: «Sta’ a vedere che mi sono perso il flusso». Oggi la parola «riflusso» è scomparsa dalla circolazio­ne. Al suo posto, con un minimo cambio di vocale come nei giochi della Settimana enigmistic­a, spopola il reflusso gastro faringeo, sindrome che colpisce la quasi universali­tà degli abitanti dell’Occidente. Non è che il reflusso è la somatizzaz­ione del riflusso trent'anni dopo al tempo dei social? A chi non c’era nel 1987 verrà la curiosità di sapere cosa facevano gli italiani (a parte i fan di Cicciolina)

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