Dal punk al Lego lo strano destino dei Ramones
IL PEZZO FORTE È LA BATTERIA. E con “pezzo” stavolta si intende esattamente quello, cioè il modellino Lego della batteria. Ma non sono male neanche la chitarra, il basso, l’amplificatore, le copertine degli album in vinile... Ci sono perfino gli hamburger che trangugiavano nei pre-concerti e la mazza da baseball che si portavano sempre appresso assieme agli strumenti. E poi loro, ovviamente: i magnifici cinque che – per dirla con Han Sbricksteen – sono stati «una delle band più influenti del movimento punk-rock» americano. Un pezzo di storia della musica mondiale che – se il progetto andrà in porto – dovrebbe stare in uno spazio largo non più di 25 centimetri, profondo 12,50 e alto 8,60. Stiamo parlando dei Ramones, o meglio: delle prime due formazioni del gruppo nato a metà degli anni Settanta a Forest Hills, nel Queens (New York) e sciolto nel 1996 quando aveva all’attivo la bellezza di 2.263 concerti. Per essere più chiari: stiamo parlando dei Ramones formato Lego. Alla Lego Ideas hanno preso per buono un progetto lanciato da un fan sfegatato della band, Han Sbricksteen appunto, e hanno proposto al mondo il suo set. La casa danese, quindi, riprodurrà Joey, Johnny, Dee Dee, Tommy e Marky in versione mattoncini colorati. Un gran numero di pezzi, compreso il microfono con l’asta e il cartello con quello strano slogan - «Gabba Gabba Hey» - che i Ramones della prima ora mostravano al pubblico. Ma tutto questo potrà avvenire soltanto a un patto: che il progetto raggiunga almeno 10mila voti entro i prossimi 388 giorni. Solo in quel caso la band diventerà un set da vendere e l’acquirente potrà scegliere di comporre la prima o la seconda formazione semplicemente piazzando o Tommy o Marky dietro la batteria. Sul sito della Lego Ideas si può seguire la votazione giorno dopo giorno e informarsi sui progetti in corso o quelli già realizzati (è dell’anno scorso il sottomarino giallo dei Beatles). BASTA DARE UN’OCCHIATA alle proposte per capire che sono tutte studiate nei minimi dettagli. Per esempio, nel nostro caso, quel «Gabba Gabba Hey» viene direttamente da Freaks, film del 1932 ambientato nel mondo del circo e interpretato da veri circensi che si proponevano come fenomeni da baraccone e cantavano « Gobble, Gobble, one of us ». Era il ritornello dell’accettazione perché loro, i “mostri”, accettavano una ragazza normale nel gruppo. I Ramones hanno riproposto lo schema modificando la parola con “Gabba” e facendone un nonsense per la canzone Pinhead, per dire al mondo che li guardava suonare: ti accettiamo, sei uno di noi (magari anche quando il pubblico li trattava male, com’è successo più volte soprattutto all’inizio). E poi Gabba Gabba Hey è anche il titolo del primo tributo dedicato alla band, nel 1991. La grandezza del gruppo, il segno lasciato nella storia del punk-rock non è un mattoncino vero e proprio eppure è lì, fra un colore e l’altro della composizione. E tutto sommato è quello il pezzo da novanta, anche se (fisicamente parlando) la batteria è il top.