Corriere della Sera - Sette

Willie Nelson ha 84 anni Un concerto ogni due giorni

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VOLO ALITALIA PARIGIMILA­NO. Sfoglio senza troppo interesse il magazine di bordo finché non incappo nella pagina musicale e noto una notiziola cerchiata da una penna blu. Poche righe dedicate a Willie Nelson sotto la foto del suo ultimo album, God’s problem child. Le parole messe in fila ai piedi di quella foto informano i lettori che lui, Nelson, «affronta il passare del tempo con spirito ironico e sbeffeggia­nte». Ma com’è noto, nella rivista della Compagnia di bandiera ( Ulisse), ogni servizio è bilingue, inglese e italiano. E la versione inglese della nostra didascalia dice qualcosa di più, e cioè che Nelson «affronta il passare del tempo e le false notizie della sua morte con spirito ironico e sbeffeggia­nte». Ora. Prima di aggiungere qualsiasi cosa a quell’informazio­ne va detto che lo spirito del vecchio Willie è molto più che «ironico e sbeffeggia­nte». Perché quest’uomo, leggenda del country dalla barba bianca e dai capelli biondi (raccolti quasi sempre in due lunghe trecce) giganteggi­a in quanto a forza d’animo e di fatto. Tanto per cominciare: il 29 aprile dell’anno prossimo compirà la bellezza di 85 anni. Come milioni di altri, direte voi. Certo. Ma quanti altri incidono dischi (più o meno di successo) da più di sessant’anni? Quanti possono dire di aver venduto un milione di copie (con Wanted! The Outlaws) e aver vinto il primo disco country di platino? Quanti possono vantare un carriera da attori diretti da un regista del calibro di Sydney Pollack (nel western Il cavaliere elettrico). Quanti possono

COUNTRY STAR

raccontare di aver interpreta­to se stessi accanto a Robert De Niro e Dustin Hoffman (in Sesso e potere) oppure al fianco di Kevin Costner (in Swing vote - Un uomo da 300 milioni di voti)? Lui sì, può dire tutto questo e molto altro. Willie Hugh Nelson - texano di nascita, cappello d’ordinanza sempre calato in testa - è uno che «affronta con spirito il passare del tempo», è vero, ma soprattutt­o è uno che resiste alla fatica di stare perennemen­te sul palco. Di più: si diverte come quand’era un teenager e suonava in un’orchestrin­a boema. Si dà un gran daffare come quando negli anni 50 faceva il venditore di libri o l’insegnante per mantenersi e scriveva musiche e testi nel tempo libero. Willie Nelson in concerto e, sotto, la cover del suo ultimo album

BASTA DARE UN’OCCHIATA all’agenda dei suoi concerti per capire che non ne ha più molto, di tempo libero. Ci sono date fissate fino alla fine dell’anno (per adesso), più o meno una ogni due giorni: a casa sua, in Texas, ma anche in Arizona, nell’Oklahoma, in Louisiana. È un po’ come se dovesse recuperare le serate perse l’anno scorso quando si sentì male durante una tappa del tour di febbraio. Per questo qualcuno lo aveva dato per perduto: è vecchio, non suonerà più, avevano pensato desolati molti dei suoi fan. Qualcuno aveva perfino diffuso la notizia che stesse per morire. Willie si è fatto una bella risata, ha imbracciat­o la chitarra e ha cominciato a suonare...

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