SETTE E MEZZO
Le stragi americane e la pace europea
Cara Lilli, secondo alcuni analisti la colpa della violenza che porta a compiere stragi come quella in Texas sarebbe di Hollywood che glorifica la violenza delle armi. Un modo per negare che la violenza è una componente dell’animo umano e che gli autori delle stragi sono mentalmente disturbati. La verità è che l’industria delle armi rappresenta una colonna dell’economia americana che muove oltre 15 miliardi di dollari all’anno.
Gabriele Salini gabriele.salini@gmail.com
CARO GABRIELE, vada sul sito dell’Fbi e capirà che il problema negli Stati Uniti è più complesso, al di là di quello che dicono gli analisti. Nel 2016, 17.250 persone sono state uccise a seguito di crimini violenti, e questi numeri non tengono conto dei circa 20mila suicidi. L’80% delle vittime sono morte con armi da fuoco: un vero e proprio massacro che si ripete ogni anno in un Paese che sembra in guerra con se stesso. Non tutti quelli che hanno sparato erano pazzi o emulavano truculenti film di Hollywood. Tutti, però, avevano un’arma in mano. Se guardiamo ai dati della lobby dell’industria del settore ( Fire- arms Industry Trade Association), salta all’occhio che impiega più di 300mila lavoratori per un giro di affari, che è in continua crescita, di oltre 51 miliardi di dollari l’anno. Non stigmatizzi Hollywood, le persone con problemi psichici o chi ha trovato lavoro in questa redditizia branca del mercato americano. Ma la prossima volta che penserà all’America come alla «terra degli uomini liberi e la patria dei coraggiosi», si fermi. Quando le viene da lamentarsi dell’Italia e dell’Europa si ricordi sempre che abbiamo combattuto due guerre in cui sono morti milioni di persone. E che stiamo vivendo il più lungo periodo di pace della Storia: cerchiamo di mantenerla. madre l’ha già presa e i figli l’avranno automaticamente. Alison in fondo sfrutta una scappatoia con cui migliaia di cittadini anglosassoni stanno forzando l’ingresso in Europa, prima che le porte della Brexit si chiudano. La mia amica non è mai stata in Italia, non ha nulla di italiano, non parla la lingua, anche se sembra apprezzare la pizza e l’amatriciana che le cucino io. E mentre noi litighiamo sullo Ius soli (da dare secondo me, ma solo a condizioni più stringenti), ecco che migliaia di “british” trovano un modo di entrare in Europa dalla “finestra” italiana. Non sarebbe il caso di rivedere rapidamente le regole colabrodo che abbiamo frettolosamente approvato, necessarie per ottenere la cittadinanza italiana? Paolo Gherardo Calisse
pcalisse@gmail.com
SA COSA CARO PAOLO? I suoi amici inglesi sono i benvenuti: se portano con loro il rispetto delle nostre leggi, se pagano le tasse, se ci insegnano come si realizza la migliore tv pubblica del mondo e se continuano ad amare l’Italia e i suoi mille tesori più di quanto non facciamo noi!