Se gli algoritmi mi entrano in casa
È condivisibile quanto leggo su 7 del 9 novembre ( Algoritmo canaglia – Gli algoritmi governano il mondo?). Credo che occorrerebbe pretendere l’intervento veloce, drastico e rigoroso dei governi nazionali, e della famosa Europa. L’Unione Europea impone di mettere in fila i fagiolini prima di portarli al mercato, ma non si avvede di queste cose macroscopiche che stravolgono i diritti di ognuno. Le cosiddette “piattaforme” si sono impadronite dei nostri computer, tablet, telefoni. Questi mi entrano in casa! Manovrano e manipolano i miei strumenti di lavoro. I singoli sono impotenti, chi li dovrebbe proteggere è succube di facoltose lobby. Tommaso Procopio tom.p@iol.it Credo che le colpe siano più nazionali che europee, in materia. L’Unione Europea ha denunciato, e talvolta sanzionato, gli eccessi dei colossi del web. Nella Silicon Valley, le assicuro, prendono Bruxelles molto seriamente. Dei singoli governi europei hanno invece poca paura; sanno, infatti, che competiamo uno contro l’altro (pensi a Irlanda e Lussemburgo e alle facilitazioni fiscali che offrono!). La chiave sta qui, non nella pressione delle lobby. Se trovassero un accordo, i 28 (presto 27) Paesi della Ue potrebbero ottenere rispetto; e magari il pagamento delle imposte da Facebook, Google, Apple, Amazon e compagnia bella. Ma l’accordo non c’è. Così, inevitabilmente, gli uffici legali di quelle grandi società cercano le condizioni migliori; e le trovano. bsev