Il paradiso dei carnivori è nascosto sui Navigli
AVVERTENZA. I contenuti di questo articolo sono sconsigliati a un pubblico vegano. Sì, perché l’Osteria Conchetta, sui Navigli a Milano, è uno dei locali italiani con maggiore cura per la carne. Basti pensare che l’orgoglio di Pietro Paolo Tateo, il proprietario che gestisce da 8 anni il locale, è un frigorifero per frollare la carne che fa bella mostra di sé all’entrata del ristorante come se fosse un pezzo da museo. Ma il refrigeratore da frollatura, da solo, potrebbe poco se non fosse costantemente pieno di pezzi pregiati: dal bue grasso di Carrù, alla vacca finlandese e quella rubia galiziana. Per il resto, tutti i grandi classici della cucina meneghina, più il piatto forte della casa: il risotto flambé alla vodka e cipolla croccante, mantecato nella forma di Grana padano riserva. Dall’inizio dell’autunno il menu si è arricchito di piatti nuovi perché a guidare la brigata della Conchetta è arrivato Giuseppe Balducci, il giovane chef con esperienza nel ristorante Armani. E così Pier (il nomignolo con cui tutti chiamano il proprietario) può far sfilare alcuni nuovi piatti stagionali (adesso è il periodo di funghi e tartufi) insieme ad altri più creativi come il petto d’anatra, il tortello farcito all’osso buco e crema allo zafferano.
I DOLCI VARIANO OGNI SETTIMANA attorno ai best seller che restano la tarte tatin, lo zabaione e il dolce allo zafferano e tartufo nero. Anche la cantina è un punto forte della Conchetta: grande presenza di rossi, che restano i migliori alleati della carne, soprattutto quelli piemontesi e toscani. Ma la carta abbraccia le migliori produzioni autoctone in giro per l’Italia. Ultimo asso nella macchina, il parcheggio. Tutti sanno che in zona Navigli, trovare posto somiglia tanto a una lotteria: alla Conchetta ti danno il parcheggio gratis ed è come avere il biglietto vincente.