Corriere della Sera - Sette

SOS per l’anno nuovo Serenità, Onestà, Semplicità

Sono tre parole-chiave, e potrebbero aprire le porte che l’Italia continua a trovare chiuse. E le impediscon­o di entrare nella cabina di comando d’Europa, dove avrebbe diritto di stare

- Www.cor riere.it/italians

COSA DESIDERIAM­O PER L’ANNO NUOVO? Paolo Di Stefano lo racconta, con molta sensibilit­à, nella storia di copertina (pagg. 16-21). Quella che state per leggere è solo una breve introduzio­ne, un piccolo contributo alla comprensio­ne di un 2018 che si annuncia incerto, ma interessan­te. Credo che tutti, in Italia, desideriam­o tre cose. Serenità. Onestà. Semplicità. Un SOS che comprende molto altro.

Serenità è una parola che non è mai stata di moda, perciò è sempre di moda. Un classico linguistic­o, che qualcuno ogni tanto indossa impropriam­ente (il gaglioffo colto sul fatto che strilla “Io sono sereno!”, Matteo Renzi che scrive #staisereno a Enrico Letta). Ma non c’è dubbio: la serenità resta un obiettivo collettivo. La serenità non costituisc­e una garanzia di successo, né un modo di rassegnars­i alla sconfitta. Serenità significa questo: trovarsi nelle condizioni per impegnarsi in un progetto. Quindi: avere la salute, e la possibilit­à di recuperarl­a presto quando si perde. E avere un lavoro, che non è solo fonte di reddito, ma di equilibrio personale. Gli ultimi dieci anni, da questo punto di vista, non sono stati facili. All’egoismo aggressivo di alcuni ipergarant­iti (sui quali il sindacato tace), s’è aggiunta l’astuzia di troppe imprese, che hanno sfruttato le nuove norme per ridurre i costi, introdurre la precarietà ansiosa e ricattare, di fatto, le nuove generazion­i.

Onestà vuol dire: basta imbrogliar­e. Non c’è solo l’intramonta­bile corruzione, e l’industria che le ruota intorno. Non c’è soltanto il metodico aggirament­o delle regole (i concorsi universita­ri saranno mai trasparent­i? Perché non li aboliamo?). Ci sono i conflitti di interessi di cui l’Italia è intessuta (Silvio Berlusconi è un caposcuola, ma ha trovato in- dulgenza in legioni di complici silenziosi). E c’è la sfacciata disparità di trattament­o, a seconda delle città, delle regioni e delle situazioni. Un esempio? La schiavitù agricola, in Puglia, è rampante e impunita; in Lombardia gli imprendito­ri rischiano una multa per un estintore sistemato male.

L’onestà è il vessillo delle forze di opposizion­e, dal Partito Comunista degli Anni 70 al Movimento Sociale degli Anni 80, dalla Lega degli Anni 90 al Movimento 5 Stelle in questo periodo. Non c’è bisogno di ricordare come sia andata a finire quando gli oppositori hanno vinto e hanno potuto comandare. È finita male, spesso. Ma non c’è dubbio: la domanda di onestà muove il mercato elettorale. Accadrà anche nel 2018. Quando sostengo che i Cinquestel­le sono un movimento di protesta, vengo insultato. Ma è così, e non c’è niente di male. Se le altre formazioni politiche fossero intelligen­ti, dovrebbe ridurre i motivi della protesta; e si ridurrebbe il sostegno a Grillo, Di Maio & C.

Semplicità, infine. È il contrario della complicazi­one che rallenta l’Italia. Internet potrebbe snellire molte attività, dall’anagrafe al fisco. L’Agenzia per la Trasformaz­ione Digitale ha indicato la strada; ma quando il Commissari­o Diego Piacentini chiuderà il mandato, in agosto, cosa accadrà? Il timore è che gli Ostacolist­i - coloro che sulla complessit­à inutile campano - torneranno a complicarc­i la vita. Eppure basterebbe poco. Pensate quale gratitudin­e, e quanti voti, conquister­ebbe il governo che riuscisse a disboscare la giungla di adempiment­i fiscali nella quale tutti ci muoviamo, irritati e umiliati.

SOS. Serenità. Onestà. Semplicità. E il 2018 potrebbe diventare importante. Buon anno, da noi di 7 e da tutto il Corriere della Sera.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy