Mini antologia di stroncature d’autore Quando gli scrittori sono di malumore
GIÀ NEL NUMERO SCORSO vi avevo messo in guardia dalla passione (insana?) che nutro per questa Guida tascabile per maniaci dei libri (Edizioni Clichy). Contiene le più varie e pazze informazioni sull’argomento e a metterle insieme si fanno scoperte e si imparano molte cose. Prendiamo i dati seguenti tratti da un elenco, anno per anno, di best seller mondiali e facciamo un testa coda. Nell’anno 1900 il più venduto fu Lord Jim di Conrad. Nel 1901 Kim di Rudyard Kipling. Capovolgiamo la lista. Nel 2017 si indica come best seller Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood. Nel 2016 tocca a Harry Potter e la maledizione dell’erede J.K. Rowling. Cosa notate a prima vista? Che si tratta di quattro autori anglosassoni. E se continuate troverete conferma a questo andazzo. Nel 2015 il best seller è (l’orribile) La ragazza del treno di Paula Hawkins. E nel 1902 il capolista era Henry James con Le ali della colomba. Ancora anglosassoni, magari americani che desideravano più di ogni altra cosa al mondo di essere inglesi (il caso James, appunto). Ora a parte i discorsi moralistici che si potrebbero fare (tipo: però prima c’era James e ora c’è la Hawkins, ma di come siamo caduti in basso!), che vi prego di andare a cercare in altre rubriche che non questa, c’è da riflettere sul predominio della letteratura anglosassone. Secondo me, dipende dal fatto che gli inglesi sanno come si scrive un romanzo, sanno che bisogna scrivere tenendo sempre presente che c’è un pubblico che legge. Cambiamo ora scenario, ma restiamo sempre nella preziosa (stavo per dire indispensabile) guida per i maniaci. Un’altra sezione è dedicata alle stroncature tra scrittori. È molto divertente (ed è scritta benissimo: la cattiveria aguzza lo stile).