Vorrei un salario per le mamme
( E t r asferire i l Vati cano i n Antartide)
LA MIA REGGIA È UN TAPPETO volante, ci salgo sopra con mio figlio Teo, due anni e mezzo, e governo da lì. È lui il mio speciale consigliere: anzi, il mio ispiratore. Il mondo che governo io è un mondo ben più adatto ai bambini di questo. A partire da Roma: com’è difficile viverci con un bimbo! Nei parchetti bisogna fare attenzione a topi e siringhe, i trasporti funzionano poco, i servizi ci sono, ma mai semplici; è tutto complicato. Io sposterei il Vaticano in un bel posto lontano, magari in Antartide, così tutti i pellegrini che intasano Roma ci lascerebbero in pace. Il mio regno è una lunga notte in cui il tempo si è congelato (posso farlo, sono un imperatore dai poteri magici) e nessuno invecchia; e io e il mio bambino voliamo sul mondo a compiere missioni importantissime. Voliamo sul Polo Nord, per vedere gli orsi: ultimamente, poverini, stanno morendo
di caldo, e noi ingaggeremmo grandi scienziati per fermare lo scioglimento dei ghiacci e restituire loro il freddo. Poi trasformerei tutti i cattivi del mondo, pedofili e terroristi, in alberi secolari: così, in un colpo solo, ripopolerei anche le foreste. A Gerusalemme riporteremmo, se non la pace, almeno il buon vicinato. I monumenti di Roma li copriremmo di lucine, a partire dal Pantheon. E già così il mondo starebbe un po’ meglio. A scuola vorrei più arte, danza e musica, e meno compiti. E istituirei un incentivo statale per le mamme, una specie di stipendio per il lavoro impagabile che fanno. Fatto tutto questo, scenderei dal tappeto volante e lascerei la corona: tornerei a fare l’attrice, in un teatro tutto mio, con quattro produzioni l’anno. Tragedie, teatro dell’Ottocento, classici. È l’eredità del mio regno: un teatro stabile in ogni città d’Italia. Vi piace?