Doppio Binario
Inter vista in movimento
Il leader dei Negramaro, mentre segna a porta vuota al Meazza, parla di cambiamenti epocali: «Le nuove generazioni sono più calcolatrici. Prima i fan ti punivano se non eri coerente. Ora più vai in tv, meglio è». E poi racconta di come una crisi ha tenuto insieme il gruppo
SOPRALLUOGO ALLO STADIO MEAZZA. Spalti deserti e campo coperto da enormi macchinari che massaggiano l’erba alitando calore. Giuliano Sangiorgi, voce tonante dei Negramaro, sta per cominciare la preparazione del tour estivo della band salentina e quindi questo Doppio Binario si svolge a San Siro, a bordo campo. Spunta un pallone: due palleggi con piede incerto, l’accenno a uno stop di petto, qualche zuccata al volo. Massimo Sestini, fotografo spericolato, chiede a Sangiorgi di calciare in favore di camera. Il cantante obbedisce. E crack… prende in pieno l’obiettivo: «Ops. Gioco soprattutto d’estate. Ho fatto fare un campo da calcio accanto alla mia casa al mare». Saliamo sulle tribune più alte, al terzo anello. C’è vento. Sangiorgi è un po’ raffreddato. Viene da un lungo giro di presentazioni del nuovo album, Amore che torni, già disco di platino. Spiega: «Sono stato contagiato dai celebri ventiquattromila bacilli. Stringi una mano qua, abbraccia una fan lì…». Si copre la testa con un berretto di lana nero. Per i Negramaro, che da qualche anno riempiono gli stadi e vendono centinaia di migliaia di dischi, il 2017 è stato l’anno del divorzio breve: per qualche mese i componenti del gruppo si sono separati e Giuliano si è trasferito a New York: «Lì mi sono sentito davvero solo». Al rientro dagli Stati Uniti il frontman ha lavorato per la re-union. Domando se la crisi abbia avuto come origine il ruolo preminente dello stesso Sangiorgi: come da imitazione di Checco Zalone, che lo raffigurava