SCRIVETE PER NOI - SETTEBELLO
Settebello@rcs.it.
I ricordi prima di Facebook sembravano più veri
Ogni giovedì pubblichiamo il miglior testo d’attualità inviato dai lettori A fine anno, proporrà una collaborazione all’autore dell’articolo più condiviso dalla nostra pagina Facebook «MI FAI UNA DEDICA?» . Quante volte ci siamo sentiti dire o abbiamo detto questa frase? E alla fine dell’anno il diario di scuola era talmente pieno di bigliettini, fotografie, post-it, carte di caramella, torsoli di matita, monete appiccicate con lo scotch, biglietti del cinema e fili di bracciali, che per chiuderlo dovevi sedertici sopra. Non c’era Facebook, Instagram nemmeno, e ogni ricordo pesava nel senso materiale del termine. Aveva un peso specifico, una massa, un volume, un profumo e un colore. Potevi toccarlo, annusarlo, potevi spostarlo. Potevi tenerlo con te: in mano, in una tasca dello zaino, in un cassetto o sul comodino. Solo raramente, questo ricordo era accompagnato da un’immagine perché le foto andavano sviluppate o guardate sul pc, dopo averle scaricate dalla macchina fotografica digitale.
NON C’ERANO NOTIFICHE a ricordarti che tre anni fa eri su una spiaggia della Sardegna con qualcuno di cui nemmeno ricordavi più il nome. No, capitava e basta, per caso. Magari mentre facevi ordine in camera, frugavi nei cassetti, aprivi una scatola e, improvvisamente, boom! Eccotelo fra le mani. Aprivi un diario e ti scoppiava tra le dita quel biglietto, quell’odore, quella firma. E invece di mettere like e fare un altro click, ti sorprendevi distratta dentro un ricordo. Per Harry Potter sarebbe stata una Passaporta, un oggetto che ti permette di spostarti dove vuoi. I poeti le avrebbero chiamate epifanie: sono come bagliori che tutto un tratto accecano. Un momento sei qui e quello dopo sei da tutt’altra parte, in quel pomeriggio d’estate del 2004, mentre con il sole a picco sull’asfalto salivi sul treno per raggiungere Alassio.
NON SONO UNA NOSTALGICA anti-tecnologia anzi, senza internet sarei sommersa da scartoffie, fogli, foto e carte d’imbarco però il fascino di certi oggetti è innegabile. Oggi in libreria ho sfogliato per un minuto una Smemoranda 2018, il diario simbolo della mia gioventù, e nonostante la sensazione sia stata quella di avere tra le mani un oggetto revival Anni 90, un po’ di nostalgia mi è salita dentro agli occhi. Accanto a me, c’era una ragazza più o meno della mia età e mostrandogliela, le ho detto «per fortuna nessun social è riuscito ancora a portarcela via, vero?». Ha annuito a lungo guardando il bancone pieno di diari di scuola, tutti coloratissimi, tutti pronti per essere riempiti di materia, di compiti, di comunicazioni, di vita, di reale.
MI HANNO DATO L’IDEA di qualcosa di indistruttibile, come poi sono i nostri ricordi; tristi o felici che siano, anche a cancellarli con il nero della gomma bicolore o con il bianchetto a stick (sfido chiunque a provarci) non se ne andranno mai via. Continueranno a esistere, e a farci sognare, con o senza notifiche di Facebook e Instagram.