Corriere della Sera - Sette

SCRIVETE PER NOI - SETTEBELLO

Settebello@rcs.it.

- Di Stefania Antonelli contributo giudiziosa­mente scelto da Micol Sarfatti

I ricordi prima di Facebook sembravano più veri

Ogni giovedì pubblichia­mo il miglior testo d’attualità inviato dai lettori A fine anno, proporrà una collaboraz­ione all’autore dell’articolo più condiviso dalla nostra pagina Facebook «MI FAI UNA DEDICA?» . Quante volte ci siamo sentiti dire o abbiamo detto questa frase? E alla fine dell’anno il diario di scuola era talmente pieno di bigliettin­i, fotografie, post-it, carte di caramella, torsoli di matita, monete appiccicat­e con lo scotch, biglietti del cinema e fili di bracciali, che per chiuderlo dovevi sedertici sopra. Non c’era Facebook, Instagram nemmeno, e ogni ricordo pesava nel senso materiale del termine. Aveva un peso specifico, una massa, un volume, un profumo e un colore. Potevi toccarlo, annusarlo, potevi spostarlo. Potevi tenerlo con te: in mano, in una tasca dello zaino, in un cassetto o sul comodino. Solo raramente, questo ricordo era accompagna­to da un’immagine perché le foto andavano sviluppate o guardate sul pc, dopo averle scaricate dalla macchina fotografic­a digitale.

NON C’ERANO NOTIFICHE a ricordarti che tre anni fa eri su una spiaggia della Sardegna con qualcuno di cui nemmeno ricordavi più il nome. No, capitava e basta, per caso. Magari mentre facevi ordine in camera, frugavi nei cassetti, aprivi una scatola e, improvvisa­mente, boom! Eccotelo fra le mani. Aprivi un diario e ti scoppiava tra le dita quel biglietto, quell’odore, quella firma. E invece di mettere like e fare un altro click, ti sorprendev­i distratta dentro un ricordo. Per Harry Potter sarebbe stata una Passaporta, un oggetto che ti permette di spostarti dove vuoi. I poeti le avrebbero chiamate epifanie: sono come bagliori che tutto un tratto accecano. Un momento sei qui e quello dopo sei da tutt’altra parte, in quel pomeriggio d’estate del 2004, mentre con il sole a picco sull’asfalto salivi sul treno per raggiunger­e Alassio.

NON SONO UNA NOSTALGICA anti-tecnologia anzi, senza internet sarei sommersa da scartoffie, fogli, foto e carte d’imbarco però il fascino di certi oggetti è innegabile. Oggi in libreria ho sfogliato per un minuto una Smemoranda 2018, il diario simbolo della mia gioventù, e nonostante la sensazione sia stata quella di avere tra le mani un oggetto revival Anni 90, un po’ di nostalgia mi è salita dentro agli occhi. Accanto a me, c’era una ragazza più o meno della mia età e mostrandog­liela, le ho detto «per fortuna nessun social è riuscito ancora a portarcela via, vero?». Ha annuito a lungo guardando il bancone pieno di diari di scuola, tutti coloratiss­imi, tutti pronti per essere riempiti di materia, di compiti, di comunicazi­oni, di vita, di reale.

MI HANNO DATO L’IDEA di qualcosa di indistrutt­ibile, come poi sono i nostri ricordi; tristi o felici che siano, anche a cancellarl­i con il nero della gomma bicolore o con il bianchetto a stick (sfido chiunque a provarci) non se ne andranno mai via. Continuera­nno a esistere, e a farci sognare, con o senza notifiche di Facebook e Instagram.

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