Alessandro Borghese. «Pranzo di famiglia obbligatorio la domenica»
(e messa al bando di TripAdvisor, covo di odiatori del cibo)
TUTTI SULLA MOTO! Il mio impero è on the road. Ogni suddito ha un casco, a scuola insegnano a portare almeno la Vespa, tutti si muovono su due ruote e così risolviamo due problemi: il traffico, e l’anelito di tutti alla libertà. La mia stessa corona è un casco e io governo all’aria aperta, sentendo il vento e i profumi degli alberi. Aperte sono, per legge, anche le case di tutti i miei cittadini: chiunque può bussare e chiedere un pasto caldo, un bicchiere di vino, ed è reato negarglielo. Il pranzo della domenica è obbligatorio farlo in famiglia, e se si è single in compagnia, portando in tavola cibi speciali: per controllare che nessuno si rintani da solo sul divano a guardare il cellulare mando gli ispettori, a mo’ di medico fiscale. Nel mio impero non c’è il culto del “tempo per sé”: chi ha parenti anziani li tenga con sé in casa, o almeno li visiti e li riceva spesso, perché non è possibile diventare adulti facendo a meno della loro saggezza. E dei propri progetti: io sono un re-chef, e delego al mio governo tutti gli affari correnti. Tranne uno: mi assicuro personalmente che TripAdvisor, covo di hater gastronomici e incompetenti livorosi, chiuda per sempre. Poi viaggio in tutto il mondo, per almeno i primi due anni del mio regno, per cercare ispirazioni culinarie: una cosa che non ho mai abbastanza tempo di fare, e che nutre la mia creatività più di ogni altra. Andrei persino sulla Luna, con un razzo imperiale: apparecchierei il mio bel tavolino, che galleggia nell’assenza di gravità, e preparerei la prima cacio e pepe lunare della storia, per sentirmi a casa. A proposito di casa: io mica la voglio, la reggia. Io voglio regnare da casa mia. Tutti, anche i re, hanno bisogno della propria intimità.