SEDUZIONE
Per decenni le dive di Hollywood hanno fatto leva sul binomio “Peccato & Sentimento”. Con Dakota Johnson, star di Cinquanta sfumature di rosso (terza e ultima puntata della saga cinematografica), il fascino della purezza si riprende la scena. Proprio come
Se un tempo le pin-up ricorrevano a busti e giarrettiere, oggi le dive del cinema hanno altre armi di seduzione: la semplicità, l’innocenza, e perfino le occhiaie
CURVE MORBIDE O PERSONALITÀ DECISA, il fascino è come una lente progressiva: l’importante è mettere a fuoco. Sedurre fa parte del gioco del cinema, generatore di illusioni. Un tempo Hollywood puntava su Peccato & Sentimento. Oggi cerca altre cose. Le dive di panna diventano giunchi sofferti, tutte occhiaie e complicazioni. Dakota Johnson è un progetto d’attrice non ancora sbocciato. Ma in Cinquanta sfumature di rosso, terzo e ultimo capitolo delle avventure multicolori di Anastasia Steele, dai bestseller di E. L. James, conquista una volta per tutte il “dominatore” Christian Grey - Jamie Dornan. Usa il fascino di Biancaneve. Così pura da vincere la
battaglia della sessualità. Dakota-Anastasia, dopo due film da 950 milioni di dollari, si sposa e aspetta un bambino. La seduzione fa miracoli: il sogno della maternità e la redenzione del macho disturbato. Banale, in fondo. Ma arrivarci non è stata una passeggiata. Dalle pin up anteguerra alle maggiorate Anni 50, dai grissini in minigonna, alle nervosette in carriera, fino al broncio androgino: la strada è stata lunga.
OGGI LA SCENA È DELLE INTREPIDE, delle ragazze acqua e sapone, delle precarie mistiche, delle guerriere da favolone interstellare. Kristen
Stewart. Jennifer Lawrence. Cara Delevingne sotto la frangetta dell’agente spaziale Laureline in Valérian e la città dei mille pianeti. Lily-Rose Depp, la figlia esangue di Johnny Depp e Vanessa Paradis, cresciuta al sole di Ramatuelle, che, come si vide nel duetto con Natalie Portman in Planetarium, somma il mistero della lolita alle ribellioni post adolescenziali. Piace anche la ruga creativa, coltivata, ambientalista. Frances McDormand, moglie di Joel Coen, è una (meravigliosa) “bruttina stagionata”, senza ruoli da maliarda nel curriculum, ma per Tre manifesti a Ebbing, Missouri probabilmente vincerà un (meritato) Oscar e pareggerà il conto anche al box office della bellezza. Cuore e cervello, passione e impegno correggono i difetti e creano immedesimazione.
LA SEDUZIONE SPESSO STA IN UN DETTAGLIO: un collo di latte, una ciocca che segna il viso, la luce giusta negli occhi. Rossella O’Hara-Vivien Leigh in Via col vento trattiene il fiato mentre le stringono il corsetto al vitino da vespa. La passione può essere perversa: brucia e travolge. Cambiano solo le virgole, e l’età è relativa. Katharine Hepburn, tutt’altra epoca e tutt’altri merletti, era evitata per il suo carattere duro, una lady di ferro sul set: ma è entrata come poche nel cassetto dei sogni impossibili dei ragazzi americani Anni 40. Intrigante persino quando litigava con Cary Grant in Susanna! (Howard Hawks, 1938). O quando dialogava da mammina antirazzista con Spencer Tracy in Indovina chi viene a cena? (Stanley Kramer, 1967). La capacità di sedurre non è una sfumatura, ma può passare inosservata. Anne Bancroft abbatte le resistenze del Laureato Dustin Hoffman grazie a un paio di giarrettiere. Marlene Dietrich ascoltava il chicchirichì del professor Unrat nell’Angelo azzurro mentre cercava la giusta distanza rispetto alla Germania nazista. Tutto scorre, tutto torna. Fino agli occhioni di Emma Stone e Amy Adams. Il cinema se ne infischia delle mode: le crea,
se può. O se ne appropria. Il sex appeal non è solo simmetrie perfette e forme sull’attenti, non è il rapporto aureo della filosofia greca. Avere lineamenti classici, spesso, non aiuta: i difetti servono a essere ricordate. Meglio bucare lo schermo, rappresentare un carattere, creare un tipo. Kim Basinger, con lo spogliarello davanti al frigorifero di 9 settimane e ½ , era la sintesi perfetta della donne americane Anni 70/80.
MA ESISTE ANCHE LA BELLEZZA CIRCOLARE, dinamica. Così oggi l’irlandese di New York Saoirse Ronan a 23 anni può essere Maria Stuarda a teatro e la pallida protagonista di Lady Bird di Greta Gerwig. Margot Robbie è stata fragola-sexy in Il lupo di Wall Street, ha fatto il botto come Harley Quinn in Suicide Squad, è diventata la moglie di Alan Milne, il papà di Winnie the Pooh in Vi presento Christopher Robin. Presto la vedremo, inacidita dall’invidia, in I, Tonya, sulla campionessa di pattinaggio Tonya Harding. Secondo un recente sondaggio la più sensuale di sempre è Sharon Stone, merito dell’accavallamento di gambe protervo di Basic Instinct. Anche Jane Fonda in Barbarella, roventi Anni 60, giocava sull’esplicito: la macchina dell’amore, una squaw dell’allusione. Contano le dinamiche culturali. E spesso la quota di seduzione si lega al ricordo più o meno vicino nel tempo. Così una smemoratissima classifica ha messo Marilyn la divina al nono posto dopo Amber Heard, Kim Kardashian, Emilie Ratajkowski, Kendall Jenner, Helen Mirren, Scarlett Johansson, Selena Gomez. Imperdonabile.
OGGI LA BELLEZZA PUÒ ESSERE ANCHE CIRCOLARE: SAOIRSE RONAN VESTE I PANNI DI MARIA STUARDA E DELLA PALLIDA LADY BIRD, MARGOT ROBBIE INTERPRETA L’ACIDA TONYA HARDING E LA MOGLIE DEL PAPÀ DI WINNIE THE POOH