ANNIVERSARI REPELLENTI
Zombi, una notte lunga 50 anni
CHI VA PIANO VA LONTANO. Anche se non è sano. Come i morti viventi di George Romero. È da 50 anni che i suoi zombi errano tra cinema, tv, libri, fumetti, videoclip e videogiochi. Hanno persino invaso strade vere, come quelle di New York, nel 2011, quando i manifestanti di Occupy Wall Street si sono travestiti da morti viventi per denunciare la mostruosità della finanza che cannibalizza l’economia. Più la società è allo sbando, e profonda la rottura del patto sociale, più gli zombi stanno in salute, pure da morti. Tutto è iniziato a Pittsburgh, Pennsylvania, nel febbraio 1968. Un regista pubblicitario con ambizioni cinematografiche, George Romero, inizia a girare The Night of the Living Dead, ovvero La notte dei morti viventi, con i 100mila dollari raccolti grazie ad amici e colleghi. Il film sbanca il botteghino e diventa un classico, (re)inventando il genere zombi. I morti viventi erano sbarcati nel 1929, quando William Seabrook, un giornalista che in Africa aveva conosciuto tribù antropofaghe, pubblica The Magic Island, dove racconta Haiti e i riti voodoo, magia nera che rianima corpi, schiavizzandoli. Scoppia la moda degli zombi, grazie anche al film White Zombie di Victor Halperin (in Italia tradotto con L’isola degli zombies). Per la trama del suo, Romero adatta in chiave zombi il romanzo Io sono leggenda (1954) di Richard Matheson, che racconta l’ultimo sopravvissuto sulla terra invasa da vampiri mutanti (dal libro il film 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, di Boris Sagal, del 1971).
Nel 1968 usciva La notte dei morti viventi, il film di George Romero che ha rivoluzionato il nostro immaginario. Sono mostri senza qualità che mettono a nudo la natura bestiale dell’uomo, svelando i mali della società: il razzismo, il consumismo e la degenerazione della politica e della finanza