Corriere della Sera - Sette

BLACK ROCK

- Di Giusi Fasano

Armi/1-Il rocker del Bataclan attacca gli studenti americani

SE ESISTESSE LA PALMA D’ORO della vergogna, questo mese andrebbe a Jesse Hughes, leader degli Eagles of Death Metal. La sua rock band stava suonando sul palco del Bataclan, a Parigi, quando i terroristi cominciaro­no a sparare sui ragazzi che affollavan­o il locale. Fu il 13 novembre del 2015, con un bilancio di 89 morti. Ora. Malgrado quella sera, malgrado il sangue di quei ragazzi, si può anche rimanere della vecchia idea, e cioè che «ogni persona dovrebbe avere un’arma», come ha sempre pensato e come ribadì proprio lui, Jesse Hughes, pochi mesi dopo la strage. Si può anche pensare che se ciascuno dei ragazzi di quella sera avesse avuto in tasca una pistola, i terroristi sarebbero stati sterminati prima, che avremmo contato meno morti. Si può. E infatti lui, il nostro frontman, non ne ha fatto mai mistero. Ma francament­e su questo tema l’altro giorno Hughes ha perso un’occasione per tacere. Dopo la recente strage di Parkland, dopo le proteste nelle scuole contro le armi e dopo l’imponente manifestaz­ione anti-armi a Washington, lui se ne esce con la seguente affermazio­ne: «In quanto sopravviss­uto a un attentato posso dire che le proteste di questi giorni nelle scuole sono un insulto alla memoria dei ragazzi uccisi a Parkland, e sono un insulto a me stesso e a tutti quelli che credono nella libertà» . Già questo basterebbe. Ma lui no, non si è fermato. Si è sentito in dovere di aggiungere che i sopravviss­uti della strage nella scuola della Florida «stanno sfruttando la morte di sedici studenti e loro compagni di classe per avere in cambio attenzione e qualche like in più su Facebook». E ha definito «patetico e disgustoso» organizzar­e la marcia di Washington per chiedere un cambio di rotta sull’uso delle armi (la manifestaz­ione è stata messa in piedi dai sopravviss­uti di Parkland).

PER NON TRALASCIAR­E dettagli ha aggiunto: «Spero che ognuno dei vigliacchi che approfitta dei morti possa vivere il più a lungo possibile per provare quanta più vergogna si può ed essere maledetto». Di più: «Sfilare in corteo è un modo per saltare giorni di scuola a spese del sangue dei loro compagni uccisi». Diciamo che non sentivamo la mancanza di un tale livore, tanto più verso giovani che hanno sempliceme­nte manifestat­o un dissenso. Prima di rimuovere da Instagram tutto questo risentimen­to (sommerso dalle critiche), Hughes è riuscito a prendersel­a anche con Emma González, una delle figure-chiave del neo-movimento no-armi statuniten­se: ha pubblicato un fotomontag­gio di Emma mentre strappa la costituzio­ne americana, immagine diffusa nella rete da gruppi di estrema destra. Per condire le parole il rocker ha diffuso anche una vignetta di pessimo gusto che nelle sue intenzioni dovrebbe essere un paragone calzante. Si vede una figura maschile che dice: «È come tagliarsi il c.... per prevenire il rischio di violenze sessuali». Poi il gran finale: «Le azioni di questi giovani mal guidati mi fanno spavento», dice Hughes «e ogni volta che i media gli danno spazio sento che il muro della sicurezza personale perde qualche pezzo».

 ??  ?? TROPPE PAROLE Jesse Hughes, 45 anni, leader degli Eagles of Death Metal, la band che suonava al Bataclan la sera della strage del 13 novembre
TROPPE PAROLE Jesse Hughes, 45 anni, leader degli Eagles of Death Metal, la band che suonava al Bataclan la sera della strage del 13 novembre

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