Corriere della Sera - Sette

Film: La forma dell’acqua pessimo. Ma come?

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Caro Direttore, apprezzo i contenuti del nuovo 7 e la qualità di chi scrive. Stona, pertanto, la leggerezza con cui Iacopo Gori parla di un film enorme come La forma dell’acqua (definito «pessimo»). Affermare che il film sia «tutto copiato e neanche troppo bene» è un’offesa alla grandezza di Guillermo del Toro e alla capacità di aver saputo condensare tante citazioni di film del passato (da Il mostro delle laguna nera del 1954 al ballo di Fred Astaire e Ginger Rogers). In un articolo su Il Post, il film viene definito «un film per quelli a cui piacciono i film».

Roberta Pace roberta.pace@uniba.it

Cara Roberta, Iacopo ha liquidato La forma dell’acqua? È un parere, non un sacrilegio. Ripeto quanto ho già scritto: il ruolo di esperti e critici è fondamenta­le; ma è bello conoscere altre opinioni, no? Per esempio: il nostro Paolo Mereghetti ha speso parole lusinghier­e per Puoi baciare lo sposo («Una sorpresa. Non un capolavoro, per carità, né un film che farà data, ma una commedia piacevole, simpatica e divertente»). Io invece sono rimasto perplesso, e non mi sono divertito. I due protagonis­ti – Antonio (Cristiano Caccamo) e Paolo (Salvatore Esposito) – erano efficaci nel ruolo, ma gli stereotipi nel complesso erano eccessivi (il padre burbero, la madre comprensiv­a, il sacerdote anticonfom­ista, l’amica eccentrica, il paesello fortificat­o sulla collina). Se andrete a vedere il film – cosa che ai produttori farà piacere – ci direte chi dei due ha ragione! (bsev)

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