OCCHIO NON VEDE – COSA C’È IN UNA FOTO
Come far piangere il governo
L’OPPOSIZIONE PARLAMENTARE fa presto a trasformarsi in performance. Alla Camera, nei primi anni Novanta, un deputato leghista tirò fuori un cappio da impiccagione e lo agitò all’indirizzo di tutti gli altri gruppi. Era il suo modo sobrio di affermare la diversità etica dei seguaci del dio Po, in piena Tangentopoli. Nelle scorse legislature diversi eletti sono stati squalificati per alcune giornate a causa di comportamenti rissosi o irrispettosi. Siamo i soliti italiani? No, tranquilli. Per consolarci, dall’Asia giungono sovente brevi filmati dove si vedono rappresentati del popolo, in giacca e cravatta, menarsi come fuori da uno stadio. Ma mai, finora, si era visto un parlamentare estrarre dalla giacca un lacrimogeno, attivarlo e lanciarlo verso i banchi di governo. Siamo in Kosovo, a Pristina, durante la seduta del 21 marzo scorso dedicata alla ratifica di un accordo di frontiera con il Montenegro: terre nostre dirimpettaie che aspirano a entrare nella Ue. Il deputato che vedete, pronto a scagliare il lacrimogeno come fosse una palla da baseball (i lanciatori mancini sono spesso i più pericolosi per i battitori), vuole affermare in questo modo il suo dissenso dall’accordo. Avrebbe potuto iscriversi a parlare, alzarsi e cominciare un compassato discorso fatto di «Gentili colleghi…». Invece ha scelto una strada più diretta, da ultrà, facendo interrompere la seduta con il pianto chimico. Alla fine piangerà pure lui: i lacrimogeni, si sa, non distinguono tra governo e opposizione. Ma quel che resta di più misterioso, in questa immagine straordinaria, è la compostezza dei suoi vicini di banco: guardano i loro piccoli computer, non si scompongono. Aspettano forse il loro turno di lancio?