Londra, le case cooperative contro il caro-affitti
CONTRO IL CARO-AFFITTI
TROVARE CASA A LONDRA non è una passeggiata. Il mercato immobiliare è dinamico, ma nella capitale inglese scarseggiano gli appartamenti il cui prezzo consenta a una giovane coppia, con normale stipendio, di mettere su famiglia. Dal 2007 a oggi il costo medio di un appartamento di due/tre locali a Londra è schizzato da 250mila sterline a 400mila (da 285mila a 457mila euro) e i britannici sono stati trascinati in una vera e propria crisi immobiliare. Secondo Shelter, associazione benefica che monitora le condizioni abitative degli inglesi, nel 2016 il 54% dei londinesi ha faticato a pagare l’affitto, mentre un terzo è stato costretto a indebitarsi. L’80% delle famiglie non è in grado di comprare una nuova casa nella zona in cui già vive. Inoltre, un’abitazione su tre non rispetta gli standard minimi di abitabilità.
DA UN LATO, ci sono gli affitti inarrivabili delle casette familiari. Dall’altro, ci sono le case popolari costruite in economia a scapito della sicurezza di chi ci vive. Come la Grenfell Tower, distrutta l’anno scorso da un incendio propagatosi in fretta a causa del rivestimento a basso costo usato per la facciata del palazzo. Esiste una terza via? Sì, secondo Phil, 61 anni, che nel 2011 ha fondato The Drive, una casa cooperativa dove vive con altre 10 persone: «In queste strutture gli inquilini sono membri di un’associazione che detiene la proprietà dell’abitazione. Così l’affitto rimane basso perché nessuno ci specula sopra né ha bisogno di adattarlo al mercato immobiliare». Per una stanza singola a The Drive si pagano 600 sterline (circa 680 euro) spese incluse, in una città in cui i prezzi per una stanza possono superare anche le 900 (poco più di 1.000 euro). «Ma, mentre a Londra l’affitto sale», spiega Tom, 37 anni, storico membro di The Drive, «quello delle nostre case cooperative inizierà a scendere quando i soci avranno finito di pagare il mutuo acceso per acquistare la proprietà». Nella coop Sanford chiedono solo 260 sterline al mese spese incluse (circa 300 euro). Una stanza singola, nello stesso quartiere, può costare tre volte tanto. Sanford, fondata nel 1973, è la prima casa cooperativa nata nel Regno Unito. Possiede un’intera via, Sanford Walk, dove sorgono 14 case.
PER ENTRARE in una di queste coop bisogna fare domanda e sperare che ci sia un posto vacante. Dopo una prima selezione, si accede a un periodo di prova di tre mesi, al termine del quale l’assemblea dei soci decide se accogliere il nuovo socio/proprietario. «Vivere in una casa cooperativa non è da tutti», spiega Phil, «è una scelta che fa chi non ha interessi di profitto». A Londra, oggi, ci sono circa 300 case cooperative. Alcune sono composte da una sola villetta, altre da decine di abitazioni. «Se facciamo il confronto con il mercato immobiliare londinese, però, questa rimane una nicchia», spiega Rowan, 28 anni, il più giovane e l’ultimo arrivato a The Drive. I numeri a livello nazionale, non sono irrilevanti. Secondo la Confederation of Co-operative Housing, sono solo 836 le cooperative sparse per il Regno Unito, per un totale di 196 mila abitazioni. «Sempre più persone stanno capendo che bisogna guardare oltre la speculazione», continua Rowan, «e realtà come la nostra sono la dimostrazione che già oggi esiste un’alternativa».
Londra ha bisogno di 66mila nuove case all’anno. Tra il 1997 e il 2016 gli abitanti sono aumentati di 1,7 milioni