CRITICO ROTANTE
Quello sposo spinto dentro un fosso nell’idilliaco Oltrepò Pavese
PROPRIO COMODO NON È. Sali, scendi, stradine a zigo zago, pensi sempre di aver sbagliato strada. Le colline sono quelle dell’Oltrepo Pavese, località Pometo. Alla fine l’agriturismo Boccapane sbuca nell’ombelico di una conca verdissima, a fianco di una discesa di coltivazione di lavanda che in primavera colora tutto di viola. Nel 1994, quando Ilaria e Andrea iniziarono l’avventura, erano due trentenni, lui di Genova e rappresentante della Timberland, lei milanese e architetta. Amavano gli animali, volevano lasciare le città. L’agriturismo è diventato uno spazio con venti ettari di campi, alberi, giardino. La coppia oggi si dà da fare insieme a Michele figlio di Ilaria e a sua moglie Noemi. Vino rosso, Pinot nero, Riesling; produzioni biologiche, pane e uova con 70 galline livornesi. Hanno anche un piccolo allevamento di cani Landseer, quattro cavalli, due pony, cinque gatti. Gestivano alcune vacche e una tribù di daini che poi hanno preferito liberare nel bosco, dopo la morte con un proiettile di uno dei maschi più adorati. I piatti forti sono risotto alla Bonarda e pasta di maiale, gnocchi malfatti, faraona disossata, brasato con polenta. Andrea è un burlone mentre spiega le prelibatezze culinarie e gli aneddoti fioccano sulla volta della festa di matrimonio finita a cazzotti tra famiglia di lui e famiglia di lei, con sposo gettato nel fosso, mentre il dj incaricato non faceva una piega, o della coppia di non vedenti che hanno festeggiato insieme ad altri 70 non vedenti, cantando il karaoke.
OGNI TANTO al Boccapane ci passa qualche personaggio dello sport o dello spettacolo, Simona Ventura ci ha organizzato dei collegamenti per Quelli che il calcio, avrebbero voluto girarci anche il reality La fattoria, che Andrea ha rifiutato. «Mia moglie dice che devo selezionare di più la clientela», scherza lui.