Come un pesce fuor d’acqua di Chiara Lev Mazzetti
Povero cuore ti scrivo per quella fitta di cui mi hai detto l’altro ieri al bar ti capisco sai ti somiglio un poco ansimo e batto ma tu mi sei nel petto come un pesce fuor d’acqua
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Quanta ferma dolcezza negli anni mi procurò il tuo amore ferito avessi saputo non avrei mosso una mano come adesso tengo i piedi ben saldi: son sempre circa a due metri da te
ma quante notti vengo accanto ti chiedo mi vuoi?
– questo affetto è un dono ambiguo ed io lo controllo parola per parola
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Che nessun amore vecchio possa uccidere il nuovo che nessun ieri possa ferire il mio oggi
sempre sarò fedele a chi mai troverò
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Non avevo capito non vedevo che tu splendi senza specchi è stata un’accorta dolcezza
portare i ricordi senza pena con fragili pezzi di azzurro con fragili riccioli ho sognato che mi portavi in bicicletta e si rideva molto perché non si capiva chi tenesse chi
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Non passo mai dove tu non sei venuta – proprio adesso, non mi pensi lì quando non vederti arrivare è scontato mi ripiego come un filo d’erba pestato nel suo prato
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Non ci sarà stata parola giusta al mondo finché non l’avremo detta insieme
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Tu non mi dai baci tu mi dai la guancia e aspetti
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Più accesa sarà la ferita più chiaro sarà lo sguardo
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Con quanta tenacia mi trascuro
Chiara Lev Mazzetti (classe 1990, di Desenzano del Garda, Brescia) dice di sé: « Sono di poche parole, ma non desidero altro che condividerle. Lev è il nome con cui mi sono chiamata » . In sintonia con lo stile rabbinico e un nero cappello d’ordinanza. Atlantide ha pubblicato a inizio 2018 l’esordio Poesie, in 999 copie numerate e carta pregiata. Testi brevi, frasi che guizzano sulla pagina come pesciolini in branchi veloci a riva, dove l’acqua è bassa, con traiettorie imprevedibili, per cambi improvvisi. Paradossi lievi, gesti trattenuti, guizzi luminosi di una sensualità in levare, al femminile.
Versi amorevolmente recuperati da Luca Mastrantonio