Antonella Ruggiero: «Via dai luoghi pubblici la musica brutta!»
( e abbattiamo l e barriere architettoniche: la disabilità non è un ghetto)
DIVENTO IMPERATRICE e come primissima cosa spiano tutte le scale insormontabili, le buche insidiose, allargo le strettoie, riduco i dislivelli: rendo insomma agibili a tutti, anche a chi non può muoversi bene o non ha la salute di tutti gli altri, gli spazi del mondo. E anche i viaggi, le vacanze, le mostre. La vita non è fatta solo di necessità, ma anche di piacere. Anche per i disabili: io viaggio tutto il tempo e non ne vedo mai, perché? Perché la società li costringe in un ghetto. Poi vorrei introdurre una misura di civiltà. Vi piaceva il fumo passivo quando si fumava nei locali pubblici? No, vero? Certo: è tossico. E come altro definire la terribile musica da sottofondo che ci propinano nei bar, nelle stazioni, nei ristoranti, nei luoghi pubblici? Io la vorrei vietare subito. Al massimo un po’ di classica, un jazz leggero, a volumi comunque civili. La musica brutta intossica l’aria e fa ammalare. Così come il razzismo, il conformismo, il perbenismo: io non li ho mai sperimentati sulla mia pelle, né li ho mai provati, e il mio impero sarebbe così: libero dalla paura del diverso. La pena più grave nel codice penale la vorrei comminare a chi inquina il mare: le navi che vi scaricano i rifiuti anche tossici, i gestori di reti fognarie che buttano gli scarichi nell’acqua, i ristoranti che nottetempo ci gettano cibi avariati... Devono capire che stanno danneggiando la cosa più preziosa che abbiamo. Io ho molta paura dell’inquinamento: la mia reggia, che è dove già vivo, è in un luogo pulito, nella natura, lontana dall’inquinamento delle grandi città. E con me vivono gli animali che ho sempre desiderato: da che sono imperatrice ho potuto avere con me i rapaci più intelligenti al mondo. Ho sempre sognato di dedicarmi alla falconeria: da cantante è difficile, da imperatrice no.
Utopie fedelmente trascritte da Irene Soave