Corriere della Sera - Sette

Questa pericolosa fiducia nelle emozioni rischia di metterci davvero nei guai

La nuova politica ha sempre bisogno di un lupo cattivo. Solletica le emozioni e trascura i ragionamen­ti. Ma c’è in gioco il nostro futuro: sceglierem­o raziocinio o istinto viscerale?

- Www.corriere.it/italians

«QUESTA FIDUCIA

nei sentimenti potrebbe rivelarsi il tallone di Achille della democrazia liberale. Perché, quando qualcuno (a Pechino o a San Francisco) avrà messo a punto la tecnologia per controllar­e abusivamen­te i sentimenti e per manipolarl­i, la politica democratic­a si trasformer­à in un teatrino di marionette emotive». Trovo questa frase all’inizio di 21 lezioni per il XXI secolo, il nuovo libro di Yuval Noah Harari, già autore di Sapiens e Homo Deus (tutti pubblicati da Bompiani). Frase folgorante nella sua chiarezza. Eppure, non siamo ancora convinti.

IL BUON CUORE

e le buone intenzioni rischiano di portarci al disastro. I populisti rampanti e vincenti – per quanto? – accusano gli avversari di “buonismo”. In effetti, i buonisti sono loro. Molte delle decisioni, e soprattutt­o delle non-decisioni, prese negli ultimi tempi hanno la stessa origine: dopo aver vinto cavalcando le emozioni, i populisti vogliono usarle anche per governare. In Gran Bretagna ricattano il governo e impediscon­o un ragionevol­e compromess­o con l’Unione Europea: così Brexit, che si avvicina, rischia di rivelarsi una catastrofe. Negli Stati Uniti c’è un presidente orgogliosa­mente brutale – e pericolosa­mente amorale, ammonisce The New York Times – che cambia idea ogni poche ore: schiavo delle proprie emozioni e di quelle del suo elettorato.

IN ITALIA

sta accadendo qualcosa di simile. La grottesca (ma benvenuta) retromarci­a governativ­a sull’obbligo dei vaccini è stata preceduta da un meticoloso vellicamen­to delle emozioni (che peraltro continua in un caos di emendament­i contraddit­tori): poveri bimbi, vogliamo sottoporli al rischio del vaccino? Lasciamo che decidano le famiglie! Che questo rischio non esista, e sia invece pericoloso riempire le scuole di bambini non vaccinati, era giudicato irrilevant­e. Perché l’utilità della vaccinazio­ne è frutto di un ragionamen­to, per quanto semplice. Ma ogni ragionamen­to è faticoso e rischia di far perdere voti, sospettano i campioncin­i del neopopulis­mo.

Sul sequestro dei fondi della Lega – l’accusa è truffa ai danni dello Stato, stimata in 49 milioni, per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010 – Matteo Salvini dice: «Sono tranquillo, italiani con noi»: una difesa incomprens­ibile. Sull’allarme dei mercati, Luigi Di Maio sosteneva (prima di rinsavire): «Il giorno in cui dovremo scegliere tra le agenzie di rating e gli italiani, questo governo sceglierà gli italiani». Altra frase senza senso (le agenzie di rating si limitano a stabilire l’affidabili­tà di chi emette titoli sul mercato finanziari­o). Però tocca un sentimento: l’ostilità. Come nelle fiabe, la nuova politica ha sempre bisogno di un lupo cattivo.

ECCO PERCHÉ ALTRI ESEMPI?

siamo orgogliosi della copertina di oggi. Perché punta dritta sulla questione che deciderà il nostro futuro: seguiremo l’idea razionale o il sentimento viscerale? Vincerà la testa o la pancia? L’idea è venuta a Tito Boeri, cui avevamo chiesto un’intervista. Ha scritto questo dibattito immaginari­o e garbato, rispettand­o l’avversario. Un testo semplice, ma ve lo devo dire: richiede un minimo di concentraz­ione. Sette minuti, il tempo di andare in tram da viale Bligny a Montenero, a Milano. Un omaggio a 7, scrive il presidente dell’INPS. Lo ringraziam­o; ma prevedo polemiche. Perché si sa: la testa pensa in silenzio, la pancia brontola rumorosame­nte.

Militanti della Lega durante il discorso di Matteo Salvini a Pontida. Emozionati?

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