55 anni di carriera I Nomadi non se ne vanno
LA DOMANDA È RIVOLTA
a chi ha più di 50 anni. C’è qualcuno fra voi che non ha sentito almeno una volta nella vita 29 settembre dell’Equipe 84? Basta il titolo a evocare melodia e parole: «Seduto in quel caffè/ io non pensavo a te/ guardavo il mondo che/ girava intorno a me/ Poi d’improvviso lei sorrise/ e ancora prima di capire mi trovai sotto braccio a lei/ stretto come se non ci fosse che lei...».
È una fra le più celebri storie italiane di un tradimento, fu scritta da Mogol e Battisti
e visse il suo splendore negli anni della generazione beat italiana che impose – musicalmente parlando – gruppi come l’Equipe 84 ma anche i Dik Dik, i Camaleonti, i Nomadi... E poi nomi come Patty Pravo e Caterina Caselli. Ora. Di tutta quell’onda musicale, fra poesia ed esistenzialismo, nelle case dei famosi 50enni o più non è rimasto che qualche vecchio disco in vinile. Nella storia della musica italiana, invece, sono rimaste canzoni memorabili. E gruppi che resistono al tempo anche se non sono esattamente quelli di partenza.
PER ESEMPIO I NOMADI,
In primo piano, l’attuale formazione dei Nomadi. Da sinistra, in piedi: Sergio Reggioli, Beppe Carletti, Daniele Campani; seduti: Cico Falzone, Yuri Cilloni e Massimo Vecchi. Alle loro spalle, una foto con i fondatori del gruppo
che quest’anno festeggiano 55 anni di carriera. Sono sulla scena musicale dal 1963 (in formazione diversa da quella originaria, ovvio). E non pare proprio che abbiano voglia di ritirarsi. Il 29 settembre, manco a dirlo, suoneranno dal vivo a Modena: una serata che – proprio in onore del Beat e della città dove nel 1962 nacque l’Equipe 84 – avrà come titolo Modena 29 settembre.
Per tutta la vita è il titolo scelto per il concerto (ingresso libero) e sul palco modenese ci sarà naturalmente Beppe Carletti, l’uomo che fondò la band assieme ad Augusto Daolio. Classe 1946, Carletti è nato a Novi di Modena, da sempre alle tastiere ma anche fisarmonica, pianoforte e cori. E ci saranno Cico Falzone (chitarre e cori, nel gruppo dal 1990), Daniele Campani (batteria, anche lui dal 1990), Massimo Vecchi (basso e voce, dal 1998), Sergio Reggioli (violino e voce, dal 1998) e Yuri Cilloni (voce, dall’anno scorso).
UN EVENTO
che la copertina del mensile comunale celebra con il titolo Modena capitale del Beat e con una fotografia (di Andrea Colzani) che è la rappresentazione di un legame fra i tempi andati e oggi. Sullo sfondo c’è una gigantografia dei Nomadi della prima ora: quelli di Io vagabondo (che non sono altro), Dio è morto (se Dio muore, è per tre giorni poi risorge), Ti voglio, Un pugno di sabbia, Canzone per un’amica, Un giorno insieme, Crescerai, Ho difeso il mio amore...(a proposito di quest’ultima: è la storia di un femminicidio e forse oggi quel titolo avrebbe vita difficilissima). La foto dei vecchi Nomadi, dicevamo. In puro stile beat. E, davanti a quell’immagine,
i Nomadi del 2018, con gli evidenti 55 anni in più di Beppe Carletti (il solo presente in tutte e due le fotografie) e l’impostazione dei nuovi Nomadi decisamente più rock, dal total black dell’abbigliamento alla capigliatura.
Di questo evento per «festeggiare il rapporto felice della città con la musica», come scrive il mensile del Comune, ne parleranno le radio. Chissà, magari con lo stesso annuncio che si sente nella canzone dell’Equipe 84: «Oggi, 29 settembre...».