Il migliore della settimana: Federica Cicerchia,26 anni
HO DECISO DI SMETTERE,
ho deciso di staccare da Instagram, ma per davvero. Sì, lo sto paragonando perfino ad un vizio, come il fumo o un bicchiere alcolico di troppo. E vi spiego il perché. Qualche sera fa sono uscita con un gruppo di amici, tutti parte del club dei late twenties, giovani ma non più giovanissimi. Alcuni di loro non si erano mai incontrati prima. Fra un cocktail e l’altro cominciamo a parlare di viaggi, lavoro (che a volte c’è e a volte no), studio, matrimoni (i primi), calcio, palestra ed infine… Instagram. Parliamo del successo spropositato di alcuni famosi influencer.
AD UN CERTO PUNTO
il ragazzo seduto di fronte a me brandisce il cellulare e mi chiede come si chiama la mia amica per seguirla su Instagram. Eppure non le ha quasi rivolto la parola per tutta la serata. Penso fra me e me che in fondo quei due si piacciano, e dunque mi domando: «Perché non chiederle direttamente il numero?». Ora probabilmente lui guarderà ogni giorno le sue stories, ma non le scriverà mai. O forse lo farà e si incontreranno di nuovo. Chissà...
La serata continua fra uno scambio di account di social e l’altro. Arriva il momento di salutarci ed ognuno si separa, fra frasi più o meno imbarazzate e sguardi incerti. Per tutta la serata non ho potuto far altro che pensare a quanto noi ragazzi, per meglio dire giovani adulti, stiamo lentamente abbandonando la capacità di interagire fisicamente con le persone. È come se avessimo paura ad esporci troppo per fare brutta figura o risultare noiosi, per paura di essere giudicati o di sbagliare. Interagire su Instagram invece è più comodo.
È un mondo perfetto dentro cui fare foto ideali e mostrarci immortali, con i denti bianchi, i sorrisi smaglianti, i corpi tesi, i colori e le luci ritoccate.
È UN MONDO IN CUI
sentirsi dèi e girare delle storie personali che durano ventiquattro ore e poi si frantumano, come se non esistesse memoria. Come se non esistesse imperfezione, dolore, difficoltà, persino quotidianità. Eppure esistono e fanno parte di quella storia complicata, e a volte inaspettata, che è la nostra vita.
Io voglio indietro tutto. Voglio indietro la libertà di essere così, a volte noiosa, a volte sopra le righe; voglio parlare con le persone, sentirle attraverso le parole, non attraverso delle immagini. Le foto servono a ricordare un momento che c’è stato, che valeva la pena ricordare, ma non servono a vivere il presente. A me la perfezione non piace e non è mai piaciuta. Credo sia tremendamente noiosa. Quindi ho deciso di smettere. Smettere davvero e tornare ad essere imperfetta.