Corriere della Sera - Sette

In parapendio per guidare il volo degli ibis nei cieli d’Europa

- Germania e Austria Un ibis eremita nei cieli dell’Europa Centrale

DALLE FORESTE DELL’EUROPA CENTRALE

– Austria, Germania e Svizzera – era estinto da quattrocen­to anni. Spazzato via soprattutt­o da frecce e proiettili dei cacciatori. Ma è passato così tanto tempo che questo volatile nero, dal lungo becco sottile e il capo spennacchi­ato, non riusciamo neppure a immaginarl­o, sul nostro continente. Invece l’ibis calvo del Nord, o ibis eremita (Geronticus Eremita per la scienza) è tornato. Una ricercatri­ce tedesca ha indossato ali artificial­i e ne ha guidato la migrazione sopra le Alpi: la prima pilotata da umani.

Di questo volatile, che gli antichi egizi considerav­ano una divinità dell’oltretomba, oggi esistono 600 esemplari in Marocco, 200 in Turchia e qualcuno in Africa Orientale. Negli zoo di tutto il mondo ce ne sono 1.6oo.

E proprio da un giardino zoologico, quello di Vienna, Corinna Esterer e Johannes Fritz (l’etologo a capo del progetto Waldrapp, ibis eremita in tedesco) hanno prelevato una trentina di cuccioli appena nati: li hanno nutriti dieci volte al giorno, fino a che questi hanno cominciato a credere che la donna fosse la loro mamma.

CI CREDIATE O NO,

Quando Corinna li ha considerat­i pronti a spiccare il volo, ha radunato gli uccelli sul lago di Costanza, sponda tedesca, s’è imbragata su un parapendio a motore, ed è decollata.

è andata così.

Gli ibis l’hanno seguita in cielo, lei e il suo GPS, sopra le montagne, verso sud. Obiettivo finale della migrazione, la Toscana (dove sono alla fine approdati).

Miti e letteratur­a sono sempre stati popolati da storie in cui era la natura selvatica e assai poco matrigna a proteggere e far crescere cuccioli d’uomo: da Romolo e Remo, adottati dalla lupa, a Mowgli, cresciuto dall’orso Baloo e dalla pantera Bagheera, e a Tarzan delle scimmie.

Con gli ibis è avvenuto il contrario, grazie ad aerei ultralegge­ri e geolocaliz­zatori. Nelle foreste centro-europee sono un centinaio gli esemplari d’ibis liberi e cinque le migrazioni riuscite. E mentre il Wwf elenca 14 specie a rischio estinzione nel 2019, i conservazi­onisti del Nepal hanno annunciato che in nove anni le tigri sono aumentate da 121 a 235: merito di software e dotazioni hightech con cui sono state monitorate per migliorare le loro condizioni di vita. Gli stessi mezzi usati dai ricercator­i per seguire e aiutare i leopardi persiani riapparsi nelle montagne del Kurdistan iracheno (al confine con l’Iran) dove erano considerat­i scomparsi.

IL RIBALTAMEN­TO DEI RUOLI

sembra sia stato ispirato da cinema e tv. Qualcuno ricorderà, come me, una serie della Rai Anni 70, Nata libera: mostrava la naturalist­a Joy Adamson che cresceva la leonessa Elsa come un felino domestico. Oppure le etologhe Jane Goodall, con i suoi scimpanzé, e Dian Fossey con i gorilla, riprese da film e documentar­i. Chi sta insegnando agli ibis a migrare dice d’aver copiato la pellicola Fly Away Home (1966) in cui la protagonis­ta usava un piccolo aereo per riaccompag­nare a casa uno stormo di oche.

a guidarli.

Il progetto Waldrapp ha riaperto la rotta migratoria che i volatili non avevano più nella loro memoria da secoli (e che ora insegnano di nuovo ai cuccioli) senza che ci fosse un capostormo

Anzi, con un capostormo umano ad alta tecnologia. Insomma, tocca a noi indossare la pelliccia della lupa, di Bagheera e Baloo. E sembra funzioni.

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