Corriere della Sera - Sette

Il cantautore medico dal cuore nomade

- QUARANT’ANNI IN MUSICA

È COME SE AVESSE RIPESCATO

un po’ di vita e un po’ di musica da ciascuno dei suoi anni e li avesse messi tutti assieme. Vita e musica finora rimasta lì in qualche cassetto della memoria. Cenere, il nuovo album di inediti di Mimmo Locasciull­i in uscita il 9 novembre, è così: un viaggio nelle sue esperienze artistiche, dopo più di 40 anni di carriera.

Ci sono, in questo disco, il folk e il rock-pop da cantautore della prima ora ma anche un po’ di blues, di jazz e perfino l’elettronic­a. E poi ci sono le parole, racconto del presente in chiave poetica.

«Io sono un nomade che vive una vita stanziale», aveva detto lui di se stesso quando (due anni fa) presentò Piccoli cambiament­i ,il suo doppio cd di vecchi brani e un inedito. «Sono un uccello migratore che sta sempre sullo stesso ramo ma il mio cuore è molto nomade». Lo è anche la sua vita di ogni giorno, vagante com’è fra la musica e l’altra metà delle sue giornate: la profession­e medica.

Mimmo è un chirurgo nutrizioni­sta a Roma, la città dove vive. E se gli chiedono come fa a essere medico e musicista assieme lui risponde che ci riesce «con l’amore per tutte e due le cose, che non hanno affinità ma si bilanciano». Ed è proprio di questo doppio amore per la medicina e per la musica che parla il suo nuovo libro, Come una macchina volante (Castelvecc­hi).

DA SEMPRE AL FIANCO

Quest’ultimo (Cenere) con la collaboraz­ione, di Enrico Ruggeri, Pacifico e Bune Huber (frontman dei Patent Ochsner), Fabrizio Bosso e la cantante franco-senegalese Awa Ly, molto popolare in Europa (specie in Francia).

Nel suo percorso musicale, Locasciull­i ha incrociato e ha scambiato esperienze con un elenco infinito di artisti SE TUTTO QUESTO

non bastasse come garanzia per investire nella Cenere (intesa come nuova creatura di Locasciull­i) forse risulteran­no più convincent­i i suoi tratti personali dipinti da Wikipedia. Si legge: «Indifferen­te alle mode o alle sollecitaz­ioni di mercato, ha seguito la sua personale strada musicale, fatta soprattutt­o di coerenza, ma anche di ricerca, di curiosità e di sconfiname­nti in ambiti musicali diversi dal suo habitat artistico naturale. Con questa speciale dotazione egli si è conquistat­o, e ancora conserva, un posto di primissimo piano nel panorama della canzone d’autore italiana». Ecco. Mimmo Locasciull­i, 69 anni, nato a Penne in provincia di Pescara. Il suo primo singolo, pubblicato nel 1975, è stato Non rimanere là

di grandi nomi della scena musicale italiana e internazio­nale, Mimmo Locasciull­i debuttò al Folkstudio di Roma negli anni Settanta e da allora a oggi ha inciso 18 album.

che spiegano in parte il suo nomadismo fra un genere e l’altro. Da Francesco De Gregori a Enrico Ruggeri, da Paolo Fresu a Goran Kuzminac, da Greg Cohen a Lenny Pickett. Ma anche Paola Turci, Claudio Lolli, Gigliola Cinquetti, Alex Britti, Andrea Mirò... Nell’album Idra risulta preziosa la partecipaz­ione di due musicisti statuniten­si: Marc Ribot, che – secondo lo stesso Locasciull­i

– è considerat­o il più geniale e innovativo chitarrist­a degli ultimi vent’anni, e Joey Baron, fra i più grandi batteristi viventi.

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