Corriere della Sera - Sette

Polenta uncia e missoltini, il sapore del languido lago di Como

- LA FAGURIDA Via Rogaro 17, Tremezzo (Como) - Tel. 0344 40676 - https://lafagurida.it CONFLITTO D’INTERESSE

PER ANDARSENE SODDISFATT­I

da La Fagurida basterebbe sedersi sulla veranda e godere della vista: il languido lago di Como, le montagne verdi, i paesi arroccati. Un panorama che incanta in tutte le stagioni. Ma in questo ristorante, ricavato da un rustico in pietra, con arredi semplici e un grande camino, gestito dal 1974 dalla signora Adriana e dalla sua famiglia, ci sono gioie per la vista e per il palato.

Sulla prima pagina del menù c’è scritto: «Non serviamo pizza». Un monito per i turisti stranieri per cui in Italia si mangiano gli stessi tre piatti in tutte le regioni.

Qui si va alla scoperta della cucina tipica laghèe, genuina e dai sapori ora forti, ora delicati, proprio come i paesaggi in cui nasce.

Si comincia con gli antipasti della casa: una danza di formaggi e salumi, imperdibil­i bresaola e salame nostrano tagliato al coltello, verdure, nervetti e lavarello in carpione. Al momento dei primi, pochi ma buoni, dimenticat­e gli “spaghetti bolognisi” serviti ad uso americani e tedeschi in qualche trattoria sul lungolago e scoprite le tagliatell­e al ragù bianco di coniglio o il risotto al formaggio e radicchio.

I secondi sono i veri piatti forti. Il coniglio arrosto, le carni alla brace, il brasato al vino rosso, gli spiedini.

E poi i pesci di lago: il lavarello burro e salvia e i missoltini alla griglia.

Regina del menu è la polenta, che qui si mangia sempre, anche in piena estate. Classica di grano saraceno come contorno o uncia, con formaggio, burro e aglio, godereccio, ma impegnativ­o, piatto unico. Ampia la lista dei vini. Questi davvero vengono da tutta Italia. Vale comunque la pena provare quello della casa, o allontanar­si di poco con una bottiglia di Inferno, rosso valtelline­se. La lista dei dolci è scarna, ma i dessert sono quasi tutti fatti in casa. Menzione d’onore per crème caramel e panna cotta. Dopo un pranzo così è d’obbligo una passeggiat­a tra i borghi della Tremezzina o a Villa Carlotta: per smaltire e scoprire le bellezze del posto.

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