Corriere della Sera - Sette

I grandi cambiament­i cominciano dalle piccole cose

- Setteemezz­o@rcs.it

Cara Lilli, ho 73 anni e credo di aver conosciuto e sopportato la politica

italiana. Onestament­e non ho mai capito la lotta con ogni mezzo per arrivare al potere quando, secondo la nostra Costituzio­ne, dovrebbe essere un onore alquanto gravoso e impegnativ­o assumere l’onere di rappresent­are il popolo italiano e gestirne tutte le esigenze. Probabilme­nte gli interessi personali prevalgono sugli interessi della comunità. Abbiamo bisogno di riforme importanti e non di show televisivi o di post su Facebook. Mi scuso ma veramente sono molto preoccupat­o per il futuro della mia nipotina di tre anni.

Gianfranco Orlini gianfranco.orlini@gmail.com

CARO GIANFRANCO,

la prima cosa da insegnare a sua nipote è di non lamentarsi e di non recriminar­e. Quando crescerà le dica di impegnarsi per i suoi diritti e di combattere. Le dica di seguire l’esempio di migliaia di donne e uomini che hanno aderito alla manifestaz­ione dell’altra settimana in Campidogli­o per chiedere una migliore amministra­zione di Roma. Tanta gente che non si è data per vinta e ha protestato pacificame­nte contro l’incuria in cui versa la Capitale. Le racconti il valore di persone come Emma Amiconi – una delle organizzat­rici assieme ad altre 5 donne ex-manager – diventata un’esperta di attivismo civico e di nuove forme di partecipaz­ione con la fondazione Fondaca. Spieghi a sua nipote che i grandi cambiament­i cominciano dalle piccole cose. Se avessimo tutti un po’ più di coraggio e di senso di responsabi­lità ci mobilitere­mmo per migliorare le strade, i quartieri, i parchi delle nostre città. E forse allora il nostro Paese avrebbe anche i leader che gli italiani si meritano. Cara Lilli, sembra oramai chiaro a molti che questa tragica accoppiata

al governo, incurante dei numerosi appelli a fermarsi nel portare avanti la folle manovra economica tutta sovranista, stia accompagna­ndo il Paese a sbattere contro un muro insormonta­bile. Temo anche che la pervicacia di costoro nel portare avanti questa dissennata politica risieda soprattutt­o nel convincime­nto che alla fine saremo noi stessi cittadini a risolvere il problema allorché saremo costretti a pagare l’odiosa e inevitabil­e patrimonia­le (peraltro fortemente caldeggiat­a dall’establishm­ent della Bundesbank) per sanare lo sfascio dei conti pubblici che porterà inevitabil­mente il Paese a diventare il Venezuela d’Europa. Eppure di tutto questo se ne sente parlare poco nel suo programma serale su La7 insieme ai sui perenni ospiti, restii a criticare il loro governo del cambiament­o, mentre io penso che sarebbe invece molto utile per il dibattito politico che lei stessa introduces­se il problema visto il seguito che ha. CARO VINCENZO,

Vincenzo Covelli vcovelli@libero.it

tra la sua percezione e la realtà della nostra trasmissio­ne c’è una distanza forse eccessiva. Mi pare che tutte le sere diamo voce alle opinioni più diverse sul governo, sui suoi provvedime­nti e in particolar­e sulla manovra economica. Solitament­e a Otto e mezzo siamo accusati di essere troppo critici con chi è al potere. Il buon giornalism­o ha un ruolo di controllo nei confronti di chi ricopre responsabi­lità pubbliche. Non sempre ci riusciamo come vorremmo, ma questa è la nostra idea guida.

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