Come salvare il trasporto pubblico
Attesa dei mezzi fra le peggiori d’Italia, 21 bus andati a fuoco nel 2018, debiti per 1,4 miliardi. La Giunta Raggi punta su lotta all’assenteismo e nuovi mezzi. Alternative? Finanziamenti pubblici e apertura a operatori privati
d’Europa: secondo uno studio di Moovit, l’app che monitora la frequenza dei mezzi pubblici, Roma è in coda alla classifica delle città italiane con un’attesa media alla fermata di 20 minuti (dopo Napoli, 27 minuti; Palermo e Catania, 23). Se non fosse che spesso si arriva a sforare l’ora. Sulla variabile tempo, fuori sincrono rispetto ai livelli di una capitale internazionale, pesa una concomitanza di fattori: dal dissesto finanziario (l’azienda ha accumulato un buco da 1,4 miliardi) alla flotta vetusta (l’età media dei bus è di 13 anni) fino ai gap manutentivi e ai costi del personale (Atac conta 12mila dipendenti). L’anno scorso la municipalizzata ha perso 18 milioni di chilometri, a fronte dei 101 milioni previsti dal contratto, con ricadute negative sui ricavi. Criticità che si traducono in ritardi cronici e guasti continui, fino all’iperbole dei flambus, i mezzi che prendono fuoco (21 nel 2018). L’8 maggio l’incendio su un
PPERFORMANCE TRA LE PEGGIORI
bus della linea 63 ha catapultato via del Tritone, a poche centinaia di metri da Palazzo Chigi, in uno scenario da Armageddon: il boato è stato così forte da far pensare a una bomba. Il 23 ottobre, prima della partita di Champions tra Roma e Cska Mosca, un altro grave incidente nella stazione della metropolitana Repubblica: una scala mobile ha ceduto travolgendo un gruppo di tifosi russi diretti all’Olimpico (25 i feriti, tre dei quali in prognosi riservata).
PER SALVARE L’AZIENDA,
la giunta M5S l’anno scorso ha deciso di imboccare la strada del concordato preventivo in continuità,
la procedura di ristrutturazione del debito sotto l’egida del tribunale che si incardina su alcuni pilastri: aumento della produttività, lotta all’evasione tariffaria e all’assenteismo, miglioramento del servizio anche tramite l’acquisto di 600 nuovi bus nel prossimo triennio
(i primi 227 dovrebbero arrivare nel 2019). Tra i passaggi decisivi per la tenuta del piano, l’approvazione della proposta di ristoro del debito: il 19 dicembre i 1.200