Corriere della Sera - Sette

Come trattare i cittadini con rispetto

- DI FLAVIA GAMBERALE FRATICELLI

Quattro mesi di attesa per la carta d’identità elettronic­a. Servizi digitali da potenziare. Aziende troppo analogiche. Roma deve guardare oltre: non alle tecnologie di oggi, ma a quelle di domani. Il modello? Pechino

che i tempi d’attesa biblici stanno facendo rimpianger­e a più di un romano la vecchia carta d’identità, il Comune sta cercando di correre ai ripari: «Abbiamo rafforzato gli organici dell’anagrafe e chiesto al ministero dell’Interno più macchine per la produzione delle nuove carte elettronic­he», spiega. «Il nostro obiettivo è migliorare i tempi di risposta ai cittadini. Quanto all’adesione all’Anagrafe nazionale della popolazion­e residente, rispettere­mo la scadenza di giugno 2019», fa sapere Marzano. Un passaggio, quello verso l’infrastrut­tura nazionale, già fatto da quasi 900 città, e che innescherà una rivoluzion­e copernican­a:

i dati personali saranno immessi in un unico database consultabi­le a livello centrale da tutte le amministra­zioni.

Di conseguenz­a, i cittadini potranno ottenere certificat­i anagrafici in tutti i Comuni, non solo nel proprio, e notificare i cambi di residenza con un semplice clic, evitando trafile burocratic­he da un ufficio all’altro.

SI TRATTA DI VANTAGGI

che la trasformaz­ione digitale rende possibili, ma che sono ancora sconosciut­i alla maggioranz­a dei romani. Il Comune di Roma offre già la possibilit­à di usufruire online di circa una settantina di servizi. Facendo una stima, i cittadini potrebbero produrre in autonomia, attraverso il proprio pc, circa 500mila certificat­i, da quello di nascita a quello di residenza. «Eppure», rivela Marzano, «si affida al web appena il 40% dei romani». Anche le aziende capitoline parlano poco la lingua del digitale: soltanto il 2% si è dotata del cosiddetto

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