Come trattare i cittadini con rispetto
Quattro mesi di attesa per la carta d’identità elettronica. Servizi digitali da potenziare. Aziende troppo analogiche. Roma deve guardare oltre: non alle tecnologie di oggi, ma a quelle di domani. Il modello? Pechino
che i tempi d’attesa biblici stanno facendo rimpiangere a più di un romano la vecchia carta d’identità, il Comune sta cercando di correre ai ripari: «Abbiamo rafforzato gli organici dell’anagrafe e chiesto al ministero dell’Interno più macchine per la produzione delle nuove carte elettroniche», spiega. «Il nostro obiettivo è migliorare i tempi di risposta ai cittadini. Quanto all’adesione all’Anagrafe nazionale della popolazione residente, rispetteremo la scadenza di giugno 2019», fa sapere Marzano. Un passaggio, quello verso l’infrastruttura nazionale, già fatto da quasi 900 città, e che innescherà una rivoluzione copernicana:
i dati personali saranno immessi in un unico database consultabile a livello centrale da tutte le amministrazioni.
Di conseguenza, i cittadini potranno ottenere certificati anagrafici in tutti i Comuni, non solo nel proprio, e notificare i cambi di residenza con un semplice clic, evitando trafile burocratiche da un ufficio all’altro.
SI TRATTA DI VANTAGGI
che la trasformazione digitale rende possibili, ma che sono ancora sconosciuti alla maggioranza dei romani. Il Comune di Roma offre già la possibilità di usufruire online di circa una settantina di servizi. Facendo una stima, i cittadini potrebbero produrre in autonomia, attraverso il proprio pc, circa 500mila certificati, da quello di nascita a quello di residenza. «Eppure», rivela Marzano, «si affida al web appena il 40% dei romani». Anche le aziende capitoline parlano poco la lingua del digitale: soltanto il 2% si è dotata del cosiddetto