Perché non ve l’ho detto prima
Un anno fa, l’hashtag #MeToo denunciava maschilismo e abusi sessuali nel mondo del lavoro. Oggi una nuova campagna difende la dignità di chi ha subito molestie o violenze, ma non è riuscito a denunciarle. Sui social l’hashtag è #WhyIDidntReport: lo hanno lanciato due studenti, sull’onda del caso del giudice Kavanaugh BOWOOK YOON E HA JUNG SONG,
lui di 26, lei di 25 anni, frequentano il quarto anno alla School of Visual Art di New York. Il professore di pubblicità Thomas Shim chiede loro di ideare una campagna a sostegno di una causa a loro cara. I due studenti tappezzano la città di cartelli, bianchi se non per il titolo, eloquentissimo, stampato in bella vista: Why I Didn’t Report, «perché non ho denunciato». Una formula che invita le vittime di molestie o violenza sessuale – donne e uomini di ogni provenienza ed età – a scrivere su quei fogli bianchi la ragione per cui non hanno denunciato i reati subiti. In pochi giorni – siamo fra fine settembre e inizio ottobre – in tutta New York compaiono mille cartelli, immediatamente riempiti dalle testimonianze scritte a mano di moltissimi survivors. Sui social, l’hashtag #WhyIDidntReport diventa virale: mentre chiudiamo questo articolo ha superato il milione di post su Instagram e Twitter.
NEGLI STESSI GIORNI,
gli Stati Uniti si dividono sul processo per molestie sessuali al giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh: l’accusatrice, la professoressa di Psicologia Christine Blasey Ford, ha denunciato molestie sessuali avvenute a una festa ai tempi del college. Cioè 36 anni prima. Brett Kavanaugh è stato poi confermato nel suo ruolo. E il ritardo di 36 anni nella denuncia della psicologa ha suscitato molte critiche. Una vicenda, questa, che ha letteralmente spaccato il Paese, uscito diviso anche dalle elezioni di midterm che però hanno portato al Congresso, per la prima volta, tante candidate donne, giovani, rappresentanti di minoranze etniche o religiose e sensibili alle battaglie del #MeToo: in primis Alexandria Ocasio-Cortez, newyorkese del Bronx, di madre portoricana.
È PROPRIO DAL CASO KAVANAUGH
che Bowook e Ha Jung hanno tratto ispirazione: la loro campagna, cominciata una decina di giorni prima della conferma del giudice Kavanaugh, vuole «incoraggiare le persone a riflettere e a confrontarsi su come poter cambiare questa cultura dell’oppressione». I due studenti autori della campagna non hanno mai subito reati di questo tipo, ma si sentono coinvolti in prima persona: «Molti