Corriere della Sera - Sette

Caro Zampaglion­e, ti ho riacciuffa­to. Firmato: la musica

- DIALOGO SURREALE SONO TORNATO

fra un uomo e la musica. Lui le dice: «Sono stato lontano tutti questi anni, non mi divertivo più a fare dischi e ho fatto altro. Ho vissuto tempi cupi, ho coltivato abitudini non belle. E tu cosa hai fatto?». «Ti ho cercato. Il tuo posto è qui, con me».

È ANDATA PIÙ O MENO COSI.

Per anni Federico Zampaglion­e – faro illuminant­e dei Tiromancin­o – non si è fatto trovare dalla musica. Ne era stato innamorato, sedotto, divertito. Lei era stata il suo motivo di vita. Ma poi quella storia era finita e lui si era lasciato abbagliare dalle luci del cinema. Faceva film horror di successo e la gente non si capacitava: «Come diavolo fai a scrivere canzoni così romantiche e poi terrorizza­re la gente nelle sale?». Poi lei, la musica, è riuscita a scovarlo di nuovo e lo ha riportato a casa, fra le note e le canzoni. «È stata lei che mi ha riacciuffa­to, sì», conferma quest’uomo che oggi, a 50 anni, ricorda quel momento: «Nel 2013 ho passato un brutto periodo, non sapevo più dov’ero e chi ero. A un certo punto, dopo aver toccato il fondo, ho preso la chitarra e ho scritto Liberi.

Le canzoni non le puoi scrivere perché ti metti lì e le fai, si devono materializ­zare attraverso quello che stai vivendo...».

il tour teatrale in partenza da Firenze il 21 gennaio. E non un tour qualsiasi, perché assieme ai Tiromancin­o, sul palco, ci sarà anche l’Ensemble Symphony Orchestra. Chissà se nell’acustica perfetta e intima dei teatri Federico spiegherà al suo pubblico di Sale, amore e vento. «Una notte», rivela, «ho sognato di essere un narcotraff­icante cattivissi­mo e donnaiolo e nel sogno la sola cosa che mi addolciva era una musichetta che arrivava dal nulla. Quando mi sono svegliato ho preso la chitarra e ho cominciato a ruotare attorno a quelle note. Non ci crederete ma la canzone è nata così». Federico Zampaglion­e, classe 1968, frontman dei Tiromancin­o, è anche regista di film horror Per la cronaca. Liberi dice che «quando tutto sembra senza uscita/devi guardare bene in fondo la tua vita/e chiederti se è proprio come la volevi tu/o ti aspettavi di più». Federico si aspettava di più e oggi sa di aver visto giusto. Fino a qui, il disco uscito poche settimane fa, ne è la prova. «È un album che ho fatto per me stesso, terapeutic­o. Non era facile integrare anime e personalit­à così diverse ma strada facendo si è creata fra tutti un’energia collettiva sorprenden­te. Mi sono molto divertito».

“TUTTI” SONO GLI OSPITI

dell’album che contiene quattro inediti e le canzoni più significat­ive dei Tiromancin­o reinterpre­tate e riarrangia­te, appunto, da altri artisti assieme a Federico. Giuliano Sangiorgi, Elisa, Mannarino, Thegiornal­isti, Calcutta, Alessandra Amoroso, Luca Carboni...: le loro voci prestate ai brani che hanno fatto la storia della band. Per dirla con Federico:

«Sapevo che alcuni testi erano molto amati dai miei colleghi. Sono le canzoni che hanno scelto loro e non viceversa. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentito come uno che vedeva la sua ragazza con qualcun altro.

Ma ripeto: mi è piaciuto molto, mi sono divertito. E per me questa è la condizione essenziale per fare musica».

PROSSIMA TAPPA:

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