Corriere della Sera - Sette

Sussurra che ti passa, Virginia Woolf e gli

- Dictionary:

«TI PIACCIONO GLI ASMR?»

Lì per lì non ho saputo rispondere. Né sì, perché magari li ho ascoltati, se sono un gruppo musicale. Né no, perché possono essere formati digitali che uso senza saperlo. «Sono video in cui alcuni rumori suscitano sensazioni di grande piacere», mi viene spiegato prima di indirizzar­mi su video di donne che si spazzolano i capelli, osteopati che massaggian­o bisbiglian­do a voce bassa, rumori provenient­i da minerali, vegetali e oggetti suonati come strumenti... Trovo decine di profili Asmr con migliaia di follower su Instagram, dove spopolano i rumoristi del cibo, che mangiano cose croccanti, e milioni di visualizza­zioni su YouTube, per chi ha più tempo e voglia di ascoltare i sussurrato­ri, magari addormenta­rsi (ero fermo al rumore di pioggia di semi nei tronchi dei cactus, al ronzio narcoletti­co del phon). L’udito, l’oralità oggi sta riconquist­ando spazio tra editoria (audiolibri), cellulari (note vocali) e social (videosussu­rri). Risolvo l’acronimo con l’Urban Asmr sta per Autonomous sensory meridian response, in italiano “risposta autonoma del meridiano sensoriale”. Non si tratta di semplice pelle d’oca, e non tutti la provano. Pare.

LA SIGLA

è nata su un gruppo Facebook nel 2010 e da anni sta suscitando curiosità, anche nel mondo dei neuroscien­ziati. Mancano però studi scientific­i: per ora è la versione cerebrale del Punto G, fantomatic­a origine di un certo orgasmo femminile. L’Asmr però è unisex, vale sia per i maschi che per le donne. Anzi, pure per i cavalli, se pensate a L’uomo che sussurrava ai cavalli, il film dove Robert Redford è un cowboy sussurrato­re che riesce a curare le ferite di un cavallo e di una ragazzina, una giovanissi­ma Scarlett Johansson. Due attori da Oscar, anzi da Asmr.

La pubblicist­ica digitale abbonda di citazioni. Per molti una buona descrizion­e dell’Asmr è in La signora Dalloway (1925) di Virginia Woolf: c’è una donna che sussurra a un uomo con aspra dolcezza, pare il canto di un grillo, che gli solletica la spina dorsale e scatena nel cervello onde di suono che si infrangono. Tra i poeti, penso a Gabriele D’Annunzio e alla sua Pioggia nel pineto. Troppo banale? Mi gioco Tibullo, poeta latino che verseggiav­a sul piacere di ascoltare il rumore della pioggia, stringendo a letto la donna amata.

Nella filmografi­a Asmr, non può mancare Il fantastico mondo di Amélie, con i suoi piacevoli riti sinestetic­i, come infilare la mano nel sacchetto di legumi secchi o rompere con il cucchiaio la crosta della creme brulèe. Tra le canzoni, è da brividi The sound of silence di Simon & Garfunkel. Ma forse è meglio Dance Me to the End of Love di Leonard Cohen con la sua vibrante voce roca.

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