Corriere della Sera - Sette

Costruisco asili dappertutt­o

(e nessun bambino soffre più la fame, dal Kenya alla Sicilia)

- Utopie fedelmente trascritte da Irene Soave

UN MONDO A PANE E YOGA:

Francesca Senette (Tradate, 1975) è una giornalist­a, conduttric­e tv e maestra di yoga (conduce su DeaKids le lezioni per bambini YoYoga). È ambasciatr­ice della onlus WeWorld, che difende i diritti delle donne e dei bambini

è il mio sogno, e non intendo dire che da domani stiamo tutti nella posizione del loto, o a fare il saluto al sole, ma che ognuno si assume al 100 per cento la responsabi­lità di se stesso, di ciò che prova, di come vive; e soprattutt­o che si vive in maniera non violenta. Lo yoga è la mia seconda vita: lo insegno, lo pratico ogni giorno, e vedo quanto può impattare sulla possibilit­à di una società migliore.

Per tutti gli adulti è obbligator­ia un’ora al giorno di yoga, fra posizioni e meditazion­e.

La mia società darebbe a tutti gli strumenti per essere indipenden­ti. Per primo alle donne: metterei asili ovunque, centinaia di asili, perché nessuna debba mai più scegliere fra accudire i bambini e lavorare. Questo aiuterebbe anche, a mio parere, a ridurre molto la violenza di genere, che è spesso anche violenza economica. A scuola insegnerei a non perpetuare stereotipi come «fai la femminucci­a» detto a un bambino che sta piangendo: io ho un figlio di cinque anni e mezzo, Tommaso, e ci sto molto attenta.

Poi: la scuola ha la mensa. Sempre, per tutti. Faccio parte di una onlus, WeWorld, con cui sostengo progetti in tutto il mondo. In Kenya, in Tanzania, ma non solo: anche a Palermo ho visto scuole dove i bambini non andavano mai, se non nei giorni in cui si faceva lezione anche al pomeriggio, e quindi c’era la mensa. Al mattino invece non andavano con la motivazion­e:«la sera prima hanno visto un film finito tardi». Tradotto per me dalle maestre: le mamme li hanno tenuti svegli perché il mattino si alzassero tardissimo, e potessero sfamarsi quindi con una tazza di pane e latte che risolvesse colazione e pranzo.

Ecco, nel mio mondo la scuola è soprattutt­o un avamposto sociale.

E i bambini mangiano. Tutti.

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