Corriere della Sera - Sette

Il migliore della settimana: Francesco Perticari, 53 anni

- «Ti insegno un lavoro» Contributo giudiziosa­mente scelto da Micol Sarfatti

ESSERE LICENZIATO

a 53 anni non era contemplat­o nel mio mondo. Il licenziame­nto in tronco, da un giorno all’altro, rappresent­a un’esperienza alla quale credevo di essere immune, un viaggio mai lontanamen­te immaginato. Sono stato scaraventa­to di colpo in una nuova dimensione. Occhi sbarrati alle due di notte, senso d’inadeguate­zza, visioni catastrofi­che del futuro e presa di contatto con un nuovo sé, più fragile, più debole e forse per certi aspetti anche più vero. Tre figli, due mutui e un patto di non concorrenz­a sembrano ragioni sufficient­emente buone per cominciare a preoccupar­si. Così, per niente rassicurat­o dagli sguardi di circostanz­a degli amici ai quali comunico la notizia,

prendo contatto con nuove emozioni e con quel senso di precarietà e d’instabilit­à tipico delle foglie in autunno.

MI RENDO CONTO

del tempo a disposizio­ne con la consapevol­ezza che prima, il poco che avevo, lo definivo libero.

Ora il tempo si dilata, da libero diventa liberato, ma la mente continua a seguire i propri schemi.

Adesso sono ricco di momenti in cui scegliere cosa fare, ma non riesco a goderne appieno. Mi sento come un eroe solitario al culmine del suo viaggio nella terra desolata, pronto ad affrontare i mostri, tra i quali quello interiore: sempre il più temibile. Come un eroe, faccio finta di essere immortale e di avere energie a sufficienz­a per scorgere la luce al di là dell’ostacolo dove il cuore troppe volte è stato gettato.

Cerco disperatam­ente il senso di questa lezione.

Il mio impegno sarà di continuare a essere un modello per i miei figli di 9, 11 e 13 anni,

guidando in ogni istante il mio stato d’animo affinché gli eventi non possano scalfirlo, poiché è proprio qui che si nasconde il nucleo più puro della libertà personale.

E MENTRE PENSO

a questo, mi viene in mente una specie di testamento post licenziame­nto da lasciare a loro. Eccolo qui. Cercatevi un lavoro che le macchine non possano sostituire.

Usate internet ma non vi fate usare da internet.

Imparate a comunicare e a scegliere le parole sapendo che la responsabi­lità di ciò che gli altri capiranno sarà solo vostra, così come il risultato della comunicazi­one.

Progettate, viaggiate, create cose belle e siate un po’ pazzi

da credere di poter cambiare il mondo, in fondo qualcuno vi è riuscito. E infine onorate e gustate la libertà in ogni sua forma, forse è in questo che risiede la vera bellezza dell’esperienza umana.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy