Il migliore della settimana: Francesco Perticari, 53 anni
ESSERE LICENZIATO
a 53 anni non era contemplato nel mio mondo. Il licenziamento in tronco, da un giorno all’altro, rappresenta un’esperienza alla quale credevo di essere immune, un viaggio mai lontanamente immaginato. Sono stato scaraventato di colpo in una nuova dimensione. Occhi sbarrati alle due di notte, senso d’inadeguatezza, visioni catastrofiche del futuro e presa di contatto con un nuovo sé, più fragile, più debole e forse per certi aspetti anche più vero. Tre figli, due mutui e un patto di non concorrenza sembrano ragioni sufficientemente buone per cominciare a preoccuparsi. Così, per niente rassicurato dagli sguardi di circostanza degli amici ai quali comunico la notizia,
prendo contatto con nuove emozioni e con quel senso di precarietà e d’instabilità tipico delle foglie in autunno.
MI RENDO CONTO
del tempo a disposizione con la consapevolezza che prima, il poco che avevo, lo definivo libero.
Ora il tempo si dilata, da libero diventa liberato, ma la mente continua a seguire i propri schemi.
Adesso sono ricco di momenti in cui scegliere cosa fare, ma non riesco a goderne appieno. Mi sento come un eroe solitario al culmine del suo viaggio nella terra desolata, pronto ad affrontare i mostri, tra i quali quello interiore: sempre il più temibile. Come un eroe, faccio finta di essere immortale e di avere energie a sufficienza per scorgere la luce al di là dell’ostacolo dove il cuore troppe volte è stato gettato.
Cerco disperatamente il senso di questa lezione.
Il mio impegno sarà di continuare a essere un modello per i miei figli di 9, 11 e 13 anni,
guidando in ogni istante il mio stato d’animo affinché gli eventi non possano scalfirlo, poiché è proprio qui che si nasconde il nucleo più puro della libertà personale.
E MENTRE PENSO
a questo, mi viene in mente una specie di testamento post licenziamento da lasciare a loro. Eccolo qui. Cercatevi un lavoro che le macchine non possano sostituire.
Usate internet ma non vi fate usare da internet.
Imparate a comunicare e a scegliere le parole sapendo che la responsabilità di ciò che gli altri capiranno sarà solo vostra, così come il risultato della comunicazione.
Progettate, viaggiate, create cose belle e siate un po’ pazzi
da credere di poter cambiare il mondo, in fondo qualcuno vi è riuscito. E infine onorate e gustate la libertà in ogni sua forma, forse è in questo che risiede la vera bellezza dell’esperienza umana.