Corriere della Sera - Sette

Se la classe media si scioglie, la candela sociale si spegne

L’economia traballa, il costo della vita sale, gli stipendi rimangono gli stessi. Risultato? La classe media arranca e rinuncia ad acquistare beni durevoli. Non succede solo in Italia, ma da noi la situazione è più delicata

- Www.corriere.it/italians «Figliolo, non sarai mai un borghese!» di risparmiar­e e hanno rimandato gli acquisti di beni durevoli, dall’automobile alla casa d’abitazione.

LA CLASSE MEDIA ITALIANA

non è sparita. La classe media esiste ancora, ma si sta liquefacen­do: lentamente, senza lasciare tracce. Una borghesia stearica, come certe candele. Cos’è successo? Questo:

il clima economico è cambiato, il costo della vita è aumentato, i salari sono rimasti gli stessi.

Chi ha un reddito fisso è impotente: ha visto crescere i prezzi, dopo l’entrata dell’euro, e non ha potuto reagire. Stealth inflation, la chiamano: un’inflazione invisibile che ha minato il potere d’acquisto. Ma la colpa non è dell’euro, come vuole un’astuta scuola politica. La colpa è di chi non ha saputo far crescere l’economia (tutti i Paesi della zona euro sono andati meglio di noi); e ha permesso, nei primi anni Duemila, una conversion­e dei prezzi che, in qualche caso, è apparsa scandalosa (quello che costava diecimila lire presto è venuto a costare dieci euro). È accaduto anche in Francia, in Spagna o in Germania, ma in misura molto minore.

SUBITO DOPO

è esploso internet (3G, smartphone, social). Uno strumento per pochi è diventato un’abitudine di massa. La Rete ha aumentato, da un lato, le occasioni e le tentazioni di spesa (online e offline); dall’altro, ha fornito gli strumenti per informarsi e – cosa fondamenta­le – per lamentarsi. La delusione economica è diventata frustrazio­ne sociale, poi rabbia politica. È accaduto in diversi Paesi, certo, e alcuni hanno reagito in maniera scomposta; ma il governo gialloverd­e ce l’abbiamo solo noi.

Un insegnante, un impiegato e un infermiere italiano non possono più permetters­i la vita di prima. Ma non tutti hanno rinunciato a condurla;

molti hanno sempliceme­nte smesso

E I RISTORANTI AFFOLLATI,

come si spiegano? Silvio Berlusconi, anni fa, avrebbe risposto: sono la prova che il Paese è in salute! Non è così. Sono la dimostrazi­one che diversi italiani continuano a guadagnare bene; e gli altri spendono tutto quello che prendono. Con 1.500 euro in bustapaga si può vivere, certo; ma è difficile costruirsi un futuro. Leggete da pagina 16 a pagina 23 l’inchiesta di Micol Sarfatti, che ha passato diversi giorni confrontan­do numeri e ascoltando testimonia­nze. Un insegnante di scuola media, in Italia, porta a casa 1.300 euro al mese; in Germania, più del doppio (circa 3.000 euro al mese). Un medico? Stipendio d’ingresso a Milano, 1.500 euro; a Monaco di Baviera, 2.500 euro. E il costo della vita non è così diverso.

RIPETIAMOL­O:

si tratta un fenomeno europeo, anzi occidental­e; infatti le conseguenz­e politiche si vedono nella UE come negli USA. Ma in Italia la situazione appare particolar­mente delicata. Non solo perché gli stipendi sono più bassi; non solo perché i governi mettono le risorse altrove, e non possono aumentarli; non solo perché rischiamo la recessione.

La situazione è delicata anche perché le aspettativ­e sono più alte.

Siamo una nazione socievole, abituata a condivider­e molte cose (dal calcio alle spiagge, dalle piazze ai bar, dai treni a Sanremo). Perché il nostro modello di convivenza resista, la tenuta della classe di mezzo è fondamenta­le. Se si scioglie, la candela sociale si spegne.

E allora, davvero, buonanotte.

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