Corriere della Sera - Sette

Madagascar, povero e velocissim­o

- Antananari­vo (Madagascar) Ragazzi, non esagerate con la banda larga!

LA CONNESSION­E INTERNET S’INCHIODA?

Che bello sarebbe se fossimo in Madagascar! No, non nella fantasia del cartoon Disney, in compagnia del leone Alex e della giraffa Melman. È proprio nella realtà della grande isola africana che il collegamen­to web funziona meglio che da noi.

E non solo da noi... La società inglese di analisi sulle telecomuni­cazioni Cable è categorica.

Il Madagascar ha la banda larga di gran lunga più veloce dell’intera Africa con 25 megabit al secondo

(poco meno di Svizzera, 30, e Stati Uniti, 26). Un primato per nulla scontato nel continente: Paesi ben più ricchi, come Sud Africa e Kenya, investono in tecnologia eppure restano indietro (10 e 6!). La sorpresa, però, è un’altra. La sua cablatura si mette alle spalle quella di svariate potenze occidental­i: Francia, Germania e Regno Unito. E Italia, appunto.

TANTA IPERVELOCI­TÀ NATURALMEN­TE

sorprende in un Paese ben saldo al 135° posto (su 196) nella classifica mondiale per Pil, in cui tre abitanti su quattro vivono con 1,9 dollari al giorno, in bilico sulla soglia di povertà. E ancor di più sbalordisc­e in consideraz­ione del fatto che solo il tredici per cento dei 25 milioni di abitanti ha un pieno accesso all’elettricit­à, e appena il due è connesso a internet. L’investimen­to in tecnologia per le telecomuni­cazioni però paga.

Sempre più società europee delocalizz­ano qui alcuni servizi, dall’organizzaz­ione dei call center alla gestione dei siti internet per l’e-commerce. Aziende francesi, soprattutt­o:

complice il fuso orario di un’ora o due più avanti e ancor più la lingua (il francese è quella ufficiale insieme al malgascio). A trovar lavoro nel settore sono già 15mila persone: in Marocco, da tempo leader africano di questo mercato, sono 70mila, anche se è sicuro che con un costo del lavoro inferiore del 50 per cento rispetto al concorrent­e, il Madagascar gli rosicchier­à quote di business. E i lavoratori? Portano a casa un reddito di 130 euro al mese. Pochi, ma pur sempre più del doppio della media nazionale. Certo, la voce “turismo” – in questo paradiso naturale – pesa di più (il 16 per cento dell’economia). Ma c’è da credere che il giovane neopreside­nte Andry Nirina Rajoelina (44 anni) continuerà a puntare sulla superveloc­ità della Rete, anche per risalire qualche posizione nella classifica di Transparen­cy Internatio­nal: il Madagascar, zavorrato dai molti scandali di corruzione, è al 155° posto. Consolidar­e la posizione di hub tecnologic­o è anche un modo per conquistar­e un posto a tavola nel grande gioco di potere del futuro prossimo.

In geopolitic­a, c’è chi descrive l’Atlantico come l’oceano dei nostri nonni e dei nostri genitori, il Pacifico come il nostro e quello dei nostri figli e l’oceano Indiano come quello dei nostri figli e dei nostri nipoti.

L’età media delle popolazion­i che vi si affacciano – 2,5 miliardi di persone, un terzo dell’umanità – è di soli 30 anni.

E LÌ, NEL BEL MEZZO

dell’oceano, c’è il Madagascar. Fra cavi delle telecomuni­cazioni, traffici marittimi e petrolifer­i d’ogni genere. Con un’avvertenza. Il presidente uscente, prima di dimettersi, ha firmato con la Cina un contestati­ssimo accordo di sfruttamen­to decennale dei mari malgasci, che prevede l’uso di enormi pescherecc­i ed elicotteri. «Alla fine mangeremo sabbia», è stato l’urlo di protesta dei pescatori locali. Riuscirà il Paese a mantenere il controllo delle sue fibre?

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