A scuola, niente religione
(è sostituita dall’ora di poker)
SONO PERICOLOSO,
come imperatore. Non ho, per esempio, il culto della democrazia: per come la stiamo esercitando oggi, mi pare un grande fraintendimento. Io vorrei un’oligarchia, al massimo; un mondo non democratico, perché al momento Enzo Ghinazzi, in arte Pupo (nato a Ponticino, Arezzo, 1955) ha cantato hit storiche al cioccolato, Su di noi) e condotto programmi tv (il primo fu il Cantagiro). Dal 21 gennaio conduce su Tv8, alle 18.30, Pupi e fornelli
il nostro problema è di vivere in una demagogia. E poi la gente non vuole potere: vuole dignità.
Guardate i Paesi dell’Est, dopo il comunismo. In alcuni casi stavano meglio prima.
Libererei, in primis, la Rai dalla pubblicità e dalla politica. Se è servizio pubblico, non deve inquinarci il sospetto che sia meno che puro, e in debito con qualcuno. Oggi i canali che fanno servizio pubblico sono altri. Nel mio impero è vietato il gioco d’azzardo di tipo estorsorio, infido: le slot machine, i gratta e vinci, questo genere di truffe su cui oggi lo Stato lucra. Viceversa, giocare a poker a soldi è non solo lecito, ma incoraggiato. Nelle scuole di ogni ordine e grado abbiamo cancellato l’ora di religione, e l’abbiamo sostituita con l’ora di poker. Il poker, se giocato correttamente, e non nella sua orribile variante texana, è una scuola di vita: nei miei momenti di difficoltà, e fidatevi ne ho passati vari, ben più dei precetti della religione mi hanno aiutato i precetti del poker. Sapere aspettare una mano buona soffrendo, se necessario, perché le cose sono andate così; quando arriva la mano buona aggredire, rilanciare, non sedersi comodi. Aspettare e vedere. Ditemi che non sono regole universali. E nel poker si imparano nell’unico modo possibile: soffrendo, rischiando in prima persona, perdendo e vincendo.
Poi vieterei le bottiglie di plastica per l’acqua. Non perché inquinano (comunque inquinano),
ma perché l’acqua prende un saporaccio, se non sta nel vetro. Il mio impero è per gente che sa vivere bene.