Corriere della Sera - Sette

Sfera Ebbasta, basta giocare con i sogni dei ragazzini

- SOPRA LE RIGHE

CARO SIGNOR GIONATA BOSCHETTI,

alias Sfera Ebbasta, l’altro giorno leggevo un articolo che parlava di lei (male) e pensavo al fatto che per quanto lei possa fare, dire, cantare, ballare, postare, il suo nome sarà legato per sempre alla strage alla Lanterna Azzurra. Ho provato a immaginare che cosa avrei fatto io al suo posto quella notte. L’ho immaginata per strada in direzione di quel posto in mezzo al nulla di Corinaldo, vicino ad Ancona. Ho immaginato la chiamata e lo sgomento mentre qualcuno le spiegava: qui c’è un gran casino, è successa una tragedia, ci sono morti, feriti, ambulanze, genitori che cercano i figli e figli che cercano i genitori.

Aspettavan­o tutti lei in quella discoteca, caro signor Gionata. O meglio: aspettavan­o quel ragazzacci­o che si fa chiamare Sfera Ebbasta

e cioè il se stesso che lei indossa quando ha davanti i suoi giovanissi­mi fan. Erano lì per vederla da vicino almeno un minuto, per un selfie, per firmare copie di fotografie o dischi di cui mediamente i loro genitori non hanno mai sentito nemmeno una nota, una frase. Eppure anche molti di loro, i genitori, erano in quel locale sgangherat­o ad aspettare lei pur di far felici i loro figli, troppo giovani per essere soli in posti come quello all’una di notte e anche più.

al punto: «A te non riesco nemmeno a considerar­ti ma ce l’ho a morte con i tuoi collaborat­ori, i tuoi manager, la tua casa discografi­ca. Penso che sia il loro lavoro verificare i locali dove devi cantare, organizzar­e al meglio i tuoi concerti o dj set, perché la tua fama è mondiale e non puoi cantare in ex magazzini. Tu e i tuoi collaborat­ori imparate a non giocare con i sogni dei ragazzini che pur avendo pagato sono stati presi in giro e sono morti nell’attesa che tu arrivassi».

C’è anche un P.S. che comincia così: «Evita di postare foto da idiota con il tuo “pacco”».

Ecco, signor Gionata. Con questo è tutto. 26 anni, nato a Cinisello Balsamo (MI), Sfera Ebbasta ha conquistat­o i ragazzini con il suo trap

ERANO LE ORE FRA IL 7 E L’8 DICEMBRE

e quella notte, aspettando lei – in una calca assurda scatenata da qualcosa che ancora non sappiamo – sono morti cinque ragazzini e una donna mamma di quattro bambini.

Mi sono chiesta cosa avrei fatto io al suo posto, le spiegavo. La risposta è arrivata da Donatella, la mamma di uno dei ragazzini morti (Daniele, 16 anni). Che deve aver visto le sue fotografie e le sue parole su Instagram nei giorni successivi alla strage e deve aver – giustament­e – perduto la pazienza.

Scrivere 11 giorni dopo i morti di quanto lei non si desse pace e aggiungere che «il 2018 è stato un anno pieno di emozioni per me» è un insulto al dolore delle famiglie.

La foto con il suo dito medio alzato per augurare buon Natale «a te e famiglia» postata il 25 dicembre, è la negazione dell’empatia umana.

E allora faccio mie le parole di Donatella: «Caro Sfera, se eri così addolorato per l’accaduto e se è vero che stavi arrivando alla Lanterna, io al tuo posto sarei venuto a vedere che era successo». Scrive ancora la mamma di Daniele: «Questo essere comincia a farmi incazzare (...). Si è fatto vivo solo dopo molti giorni dalla tragedia, poi per salvarsi la faccia si è tatuato le stelline» (sulla tempia, una per ogni vittima, ndr).

DONATELLA VA DRITTA

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy