Roberto Bolle dà lezione di gentilezza e buona educazione
SPERO CHE A ROBERTO BOLLE
non dispiacerà se condivido con i lettori di 7 questo piccolo aneddoto che lo riguarda. Quattro anni fa, a Londra, Bolle era l’ospite d’onore di una presentazione di moda nella boutique di Dolce & Gabbana. Appena finita una matinée alla Scala era andato in aeroporto ed era volato a Londra: c’era poco margine di errore ma avrebbe dovuto arrivare senza troppi problemi all’evento, previsto per la sera.
L’aereo invece, causa nebbia, atterrò in forte ritardo, in più Bolle rimase bloccato a lungo in boutique, arrivando alla cena per ultimo, con largo distacco, quando la maggior parte degli ospiti era già al dessert.
Purtroppo non si trattava di un ristorante normale, ma di un club. Di grandissimo fascino, di storia sublime, un gioiello per chi ama la cultura inglese. Ma le cucine dei club, a un certo momento, come nella peggior abitudine italiana, chiudono. Bolle era seduto davanti a me e accanto a lui c’era un altro ospite importante, il violinista Charlie Siem (che come Bolle oltre a essere un grande artista è anche un uomo molto educato oltre che molto bello, che inorridisce se lo chiami “maestro”).
CERCAI DI ATTIRARE
l’attenzione di un cameriere – Bolle si era appena seduto – e costui freddamente mi spiegò che la cucina ormai era chiusa. Personaggi infinitamente meno famosi di Bolle avrebbero fatto Roberto Bolle, 43 anni, nello show Danza con me andato in onda su Rai Uno la sera di Capodanno, ha danzato anche con un robot una scenata (ne ho viste, ahimè, in 29 anni di lavoro: la regola generale è che meno talentuoso è il personaggio, più grande è l’insicurezza e quindi più grande il bisogno di urlacchiare “lei non sa chi sono io” o variazioni sul tema). Mi alzai e feci il brutto ma doveroso gesto di spiegare garbatamente sotto voce al cameriere e a un suo collega che il nostro amico era appena arrivato causa ritardo dell’aereo ed era digiuno, oltre ad aver ballato alla Scala di Milano poche ore prima. Ero anche disposto a aggiungere in caso di bisogno che si trattava del più grande ballerino classico del mondo, ma non fu necessario; alla fine, dalla cucina riuscirono velocemente a organizzare una frugale cena fredda per l’ospite ritardatario. La cosa che ricordo di più, di quella sera, è la tranquillità con cui Bolle rifletteva sulla prospettiva di chiedere qualcosa da mangiare una volta tornato in albergo, se il servizio in camera fosse stato aperto 24 ore su 24.
Stanco, in ritardo non per colpa sua, affamato: non era abbastanza per fare la star.
Mangiò quel che gli portarono al club, fu il solito Bolle simpatico e sorridente parlando con Siem e me e gli altri invitati seduti intorno a lui.
ECCO, PENSAVO
a questa piccola trascurabile storia di educazione, civiltà e alla fine di bellezza di una notte londinese del 2014 guardando, la sera di Capodanno, la bellezza di Danza con me su Rai Uno, lo show di Bolle al quale hanno partecipato grandi ballerini ma anche personaggi pop come Cesare Cremonini, l’omaggio a Genova ferita dal crollo del ponte Morandi con Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri, la danza con il robot e la musica (anche) di Battiato.
Per il secondo anno consecutivo, uno spettacolo di valore mondiale trasmesso dalla Rai con successo
di audience e sui social. Perché abbiamo tanta sete di bellezza, noi spettatori dell’Italia del neonato 2019, è chiaro. Ma abbiamo, evidentemente, altrettanta sete di gentilezza e buona educazione.