L’ineffabile Markino e la scoperta del Coravin
dopo aver visto (e gradito) Ragazzi di vita al Piccolo Teatro Strehler (rimando alla storia di copertina!). “Taglieri e bicchieri” sta in una piccola strada appena fuori da corso Garibaldi. Settecento metri dal Corriere: eppure non l’avevo mai notato. È minuscolo, e in genere non amo i posti dove rischi di picchiare un gomito contro uno scaffale e ascoltare i messaggi vocali del vicino di tavolo. E poi avevo fame, e c’erano solo taglieri e bicchieri. Voi direte: ma si chiama così! Vero. Ma i maschi adulti, in certe faccende, sono sempre un po’ lenti.
SIAMO ENTRATI PER CASO,
nell’unico tavolo libero, e ho iniziato a notare alcune cose interessanti.
POI ABBIAMO PRESO POSTO
Il proprietario – Salvatore Sbarra, mamma sarda di Alghero e padre napoletano – parlava di vino come Matteo Salvini parla di sé: con grande passione.
Ho notato che bruschette e tigelle erano invitanti (salmone, erbe). Salumi e formaggi si potevano mescolare in base alla provenienza geografica (Nord, Centro, Sud, Isole). E vicino alla cassa c’era una copia del nostro ViviMilano, aperta sulla pagina con la segnalazione del locale. Buon segno.
un Marco dietro il banco (non è il figlio del proprietario, ma gli somiglia) e un Markino (con la “k”) in sala, allegro e brillante nel servizio al tavolo (importantissimo: basta con i Signor Grugno e le Signorine Malinconia).
HO SCOPERTO POI
Il vino al calice costa tutto 7 euro – non poco, ma siamo nel centro di Milano – e mi è sembrata una soluzione intelligente: così la scelta non è condizionata dal prezzo.
Ci sono anche le superbottiglie, e si può chiedere un bicchiere anche di quelle. Senza stapparle, con un sistema di mescita chiamato Coravin. Non lo conoscevo e Salvatore me l’ha illustrato: un ago penetra il tappo di sughero, il vino viene spillato inalando argon, un gas inerte che si sostituisce al contenuto rimosso. Tolto l’ago, il sughero si richiude naturalmente.
serata di scoperte, vino buono e cibo ben abbinato. Suggerimento: sui taglieri appesi al muro, lasciateci disegnare qualcosa! Così, sono un po’ tristi.
INSOMMA: