MILANO OSPITA LE ERBE OFFICINALI
È nel cuore di Milano da secoli. Incastonato tra eleganti palazzi e vie movimentate, l’Orto Botanico di Brera è un’oasi verde, 5.000 metri quadri di ecosistema perfetto e pressoché invisibile, uno spazio rubato alla frenesia dello shopping e del business. Mentre la città corre, oltre i cancelli di quest’angolo che è stato luogo di meditazione e coltivazione fin dal XIV secolo (per i padri Umiliati prima e per i Gesuiti poi), oltre mille specie botaniche, per diverse migliaia di individui tra grandi e piccoli alberi, arbusti e piante erbacee fioriscono, si riproducono, con i loro profumi e colori richiamano insetti impollinatori, cambiano di stagione in stagione, danno riparo a uccelli e animali.
«È un museo a cielo aperto: le tracce storiche e le piante che vi crescono sono parte integrante del nostro patrimonio culturale. È un luogo speciale: il giardino, stretto tra il Palazzo di Brera e gli edifici circostanti, è qui da ben prima che tutti i palazzi attorno fossero costruiti fino a definirne il perimetro, e da prima che fosse istituito come vero e proprio orto botanico, nel 1774, per volere di Maria Teresa d’Austria», racconta Martin Kater, ordinario di biotecnologie e direttore dell’Orto Botanico di Brera, che è un museo dell’Università degli Studi di Milano e per questo luogo di conservazione, didattica e ricerca. Aiuole strette e lunghe che accolgono erbe officinali e arbusti, e poi vialetti che conducono all’Arboreto dove alberi imponenti come la coppia di Ginkgo biloba, un maschio e una femmina che da oltre due secoli e mezzo segnalano crescendo e cambiando colore il passare del tempo: queste sono le sale del museo, che protegge ogni pianta e ogni fiore come fosse una tela preziosa.
Un’oasi verde in pieno centro. Nell’Orto Botanico di Brera, luogo di ricerca dell’Università degli Studi, crescono oltre mille specie di piante
GIARDINI