Corriere della Sera - Sette

TUTTI IN CITTÀ SENZA AUTO PRIVATE

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I numeri lo confermano: è nelle città che abiterà il futuro. Nel 2050 più di due terzi della popolazion­e mondiale vivrà nelle aree urbane, come confermano i dati dell’ultimo rapporto World Urbanizati­on Prospects dell’Onu. Una trasformaz­ione radicale – guidata da Cina, India e Nigeria – che richiede di essere gestita, senza esitazioni, con una visione strategica: «Ci troviamo davanti a tre grandi sfide globali. La prima è quella della congestion­e, che gli economisti menzionere­bbero al primo posto come preoccupaz­ione in termini di riduzione della produttivi­tà delle città, ma che riguarda anche i singoli cittadini, infastidit­i dalla quotidiana perdita di tempo trascorso sui trasporti che non riescono a far fronte alla domanda», spiega Philipp Rode, tra i relatori della Next Design Perspectiv­es Conference e direttore esecutivo del LSE Cities, il centro della London School of Economics and Political Science che studia temi come governance, design e pianificaz­ione urbana.

La seconda sfida, aggiunge, riguarda l’inquinamen­to atmosferic­o, perché «ci troviamo di fonte a una situazione non più tollerabil­e, come già messo in luce da numerosi studi sul nostro stato di salute. Il traffico, ormai, ha un impatto notevole sui residenti delle metropoli, anche in città molto avanzate come Milano, Londra e Berlino». Solo per avere un’idea di quanto sia drammatico il contesto, «l’Organizzaz­ione mondiale della sanità parla a livello globale di milioni di morti

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Philipp Rode è Executive Director di LSE Cities e Co-Director dell’Executive Master in Cities della London School of Economics and Political Science

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