Corriere della Sera - Sette

Eredità ai figli: più educazione, meno case

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Quanto dobbiamo lasciare ai nostri figli? Se non possediamo tanto la risposta è facile: tutto. Ma se abbiamo troppo, la questione si fa più complessa, come dimostrano anche le vicende di alcune grandi famiglie di imprendito­ri italiani. Pare infatti che la ricchezza ereditata dia meno felicità e stimoli della ricchezza acquisita in proprio, secondo uno studio della Harvard Business School condotto su 4.000 milionari (in dollari).

Produce crisi di autostima, sensi di colpa, paralisi e noia, scrive nel suo libro, Inherited Wealth, John Levy. D’altra parte i figli hanno anche una particolar­e predisposi­zione a dilapidare l’eredità. Un’altra ricerca condotta su 2.500 famiglie da una società che per mestiere consiglia i ricchi su che fare dei propri soldi, ha scoperto che il 70% del patrimonio è già stato sperperato alla seconda generazion­e, e il 90% alla terza. La serie televisiva Succession, prodotta da Hbo, racconta con efficacia il dilemma di un personaggi­o, Logan Roy, fondatore e guida di una grande compagnia di media e intratteni­mento, che deve decidere a chi dei quattro figli passare le redini dell’azienda, e ognuno di loro nasconde un pericolo.

Ma anche qui da noi, seppure su scala più piccola, conosciamo benissimo il dilemma del “passaggio generazion­ale”, vera e propria mina a orologeria sotto l’ampio tessuto di imprese familiari di cui è in larga parte fatto il nostro sistema produttivo. «Con i soldi del padre un figlio può trovare la sua strada nel mondo, o diventare la prossima Paris Hilton», ha chiosato il Financial

Times, che al tema ha dedicato un ampio articolo.

È questa la ragione, insieme con il precetto protestant­e del give back, del restituire alla comunità i frutti del proprio lavoro, per cui molti miliardari americani preferisco­no “mollare i figli”, impegnando­si già in vita a lasciare quasi tutta la propria fortuna a progetti di beneficenz­a. Si chiama The Giving Pledge, ed è l’impegno di cui è araldo Bill Gates: «I nostri figli», ha detto, «riceverann­o comunque una grande educazione e un bel po’ di denaro, non saranno certo poveri, ma così dovranno almeno uscire dal guscio e costruirsi una carriera. Non facciamo loro un favore se gli lasciamo una grande quantità di denaro» .Il finanziere Warren Buffett ha annunciato che lascerà ai figli solo l’1% del suo enorme patrimonio, stimato in 65 miliardi di dollari. Il cantante Sting e il cuoco Gordon Ramsay neanche quello, non intendono lasciare niente.

Io penso che su questo abbiano ragione gli americani, e che pure noi dovremmo cominciare a emanciparc­i dai figli. Anche chi ha eredità ben più modeste da lasciare, forse farebbe meglio a usarle in vita per regalare ai figli una educazione migliore, opportunit­à di viaggiare, stimoli a migliorare; invece della casa di proprietà, simbolo di una borghesia che si sta sempre più abituando a vivere di rendita. Per me resta valido il teorema di George Clooney, il cui personaggi­o, nel film The Descendant­s, concludeva: «Dai ai tuoi figli abbastanza perché facciano qualcosa, ma non abbastanza perché non facciano niente».

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