L’indefinito “chiunque” abbatte il “chicchessia”
Nell’articolo sui sinonimi di «donna», lei scrive: «lesivo dei diritti e della dignità di chiunque». Ma poiché «chiunque» è pronome relativo, e congiunge due proposizioni, vorrei capire perché non abbia aggiunto qualcosa al detto pronome, o perché non lo abbia sostituito col pronome indefinito «chicchessia». Vittorio Ciarrocchi
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DA TEMPO, ORMAI, le grammatiche annoverano chiunque anche tra i pronomi indefiniti. Spiega nel 1988 Luca Serianni: «Chiunque è inoltre d’uso pressoché incontrastato come indefinito assoluto, anche perché i possibili sostituti suonano antiquati o pedanteschi. Tali risulterebbero oggi il chi sia adoperato da Manzoni […] e anche chicchessia». Conciossiacosaché, chiunque non mancò di destar polemiche nei secoli addietro, laonde fuvvi chi contestò l’istessa definizione del Bembo, lo quale solo agli uomini e non a le cose voleva destinarlo. Il Padre Bartoli, nell’opera sua data a le stampe nel secolo decimosettimo e non casualmente nomata Il torto e l’ diritto del non si può, ribadinne la natura financo di adiectivo («legato con chiunque legame», etc.), conchiudendo: «Il che vaglia a sapere non per adoperarlo, ma per non farsi a correre affermando non essersi adoperato già mai da buon autore di lingua». Due secoli dopo, Giovanni Moise nella sua
LO "SPETTATORE" È COLUI CHE GUARDA GLI SPETTACOLI. CHI ASPETTA ERA UN "ASPETTATORE". MA QUESTA PAROLA DALL’ OTTOCENTO NON SI USA PIÙ
La parola è documentata almeno dal primo decennio del Trecento fino alla fine dell’Ottocento. Si trova – rieccoci – nella prima edizione del Vocabolario della Crusca (1612): «Che aspetta», e poi nel Fermo e Lucia, prima redazione dei Promessi sposi: «Federigo fu temperato, aspettatore, ponderato». Spiegava il Parenti nelle sue Esercitazioni filologiche (1832): «Aspettatore, come il troviamo distinto nel Vocabolario, è primamente chi aspetta, poscia chi sia a vedere gli spettacoli»; ovvero lo spettatore, come nel finale della Mandragola di Machiavelli: «Voi, aspettatori, non aspettate che noi usciàno più fuora». Oggi la parola non si usa più in nessuna delle due accezioni, come conferma l’assenza nei principali dizionari dell’uso. A meno che non si voglia riesumare l’antico gioco di parole: «Lo spettatore è un aspettatore professionista» (Paolo Taggi, Vite da format).