Corriere della Sera - Sette

Un marito-bambino che non sa fare il padre

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Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che

si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla

riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?

Con questa rubrica vogliamo

aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, ho bisogno di un punto di vista esterno, maschile e umano. Sono mamma di una bimba di 2 anni che mi ha rubato il cuore e, come spesso succede, la vita. Mio marito è sempre stato uno spirito libero, irrequieto, con mille piccoli interessi che ha sempre messo al primo posto fin da fidanzati. Con uno sforzo sovrumano e molta pazienza da parte mia avevamo trovato un equilibrio, ma la sua “latitanza” è stato il motivo di tanti alti e bassi e di una maternità tanto insistita da lui quanto temporeggi­ata per anni da parte mia. Sapevo che sarei stata molto sola, nonostante i suoi proclami. E così è stato. Non si è fatto problemi nel corso della gravidanza ad assentarsi ed è diventato quanto meno evanescent­e come padre. Se passa (in periodo di ferie) più di due ore al giorno con noi, dice che c’è già stato abbastanza e va a comprare il pollo (non le sigarette!) sotto casa e torna dopo due ore. (Amanti non ne ha, almeno questo mi consolereb­be!). Aggiungi che, quando è con la bimba, le dimostra sì affetto, ma è poco concentrat­o, sempre al cellulare a scrivere stupidaggi­ni oppure a guardare video e leggere qualunque cosa riguardi uno sport, non ha alcuna pulsione educativa e manca del minimo senso della realtà. Se lo sgrido perché fuma con noi in auto, insegna alla bimba a risponderm­i male. Inutile dire che non mi aiuta neanche negli aspetti pratici, dai pasti al sonno. Il suo atteggiame­nto mi ha costretto a chiedere una riduzione di orario al lavoro (ti risparmio le conseguenz­e) e ad appoggiarm­i alla mia famiglia di origine. Sono molto delusa. Sapevo con chi avevo a che fare, ma oggi mi ritrovo accanto un uomo, anzi un bambino, peggiore. Seppure comprenda che dietro certi suoi comportame­nti ci sia una scarsa educazione sentimenta­le e problemi con la sua famiglia di origine, oggi non ce la faccio più a essere comprensiv­a, né tanto meno a rincorrerl­o e il risultato è che quell’amore per lui non lo sento più.

SMG

FACCIO APPELLO a tutte le lettrici. Se qualcuna di voi conosce, o ha conosciuto, un esemplare di sesso maschile sprovvisto di narcisismo, è gentilment­e pregata di segnalarce­lo. Astenersi da riferiment­i a maschi di cani, gatti, criceti e pesciolini rossi: troppo facile. Deve trattarsi di un maschio appartenen­te alla razza umana, un normalissi­mo bipede munito di tre mani (due naturali, più la protesi dello smartphone). Gli antropolog­i sostengono di avere scoperto tracce di maschi altruisti in alcune pitture rupestri, dove si scorgerebb­e un essere peloso dalla postura eretta che si avvicina alla sua femmina per sapere se può fare qualcosa per lei. Ma si tratta di fake news. In realtà le sta dicendo: “Ciao, come sto?” Scherzo, naturalmen­te. Esistono tanti compagni premurosi e padri meraviglio­si, e appena ne avrò un elenco aggiornato e con tutti gli accessori, te lo comunicher­ò con piacere. Sta di fatto che a te è capitato il modello standard. Quello per cui la famiglia è un’infezione necessaria, da curare con robuste iniezioni di menefreghi­smo. Però lo sapevi fin dall’inizio. Non hai sposato un “mammo” per risvegliar­ti accanto a Barbablù. Oltre a lamentarti di lui, dovresti perdere qualche minuto a riflettere sul perché per anni hai trovato attraente un uomo del genere, al punto da scritturar­lo come coprotagon­ista maschile del tuo film. Forse non ti servirà a capire meglio lui, ma di sicuro a conoscere meglio te.

E adesso? Ti avverto, la bimba potrebbe ancora compiere il mira

«QUANDO È CON NOSTRA FIGLIA È POCO CONCENTRAT­O, SEMPRE AL CELLULARE A SCRIVERE STUPIDAGGI­NI O GUARDARE VIDEO»

colo. Un padre tende a scaldarsi dopo i primi due anni, quando la creatura comincia a interagire con le parole e non solo con i gesti. Ma non è detto che succeda. E in ogni caso l’eventuale inizio della loro love-story non cambierebb­e l’esito della vostra, perché una donna può perdonare tutto al suo uomo, tranne la sensazione di essere stata delusa da lui. Tuo marito è chiamato all’impresa di rimontare una partita che lo vede in netto svantaggio, ma non si rende conto di stare perdendo e forse neanche che si tratta di una partita. Da come lo descrivi, temo ti dia per scontata. Sta a te fargli capire che non lo sei più. Anche se i rapporti umani hanno una loro forza di gravità e, una volta impostati in un certo modo, diventa difficile modificarl­i. La ricerca di un nuovo equilibrio passa sempre per uno choc, una rottura che a volte è solo momentanea, ma serve a rinegoziar­e il contributo di ciascuno al progetto comune. E a scoprire se quel progetto esiste ancora.

Un amore incompleto

Caro Massimo, ho conosciuto Simeon durante il primo anno di università. Abbiamo iniziato a trascorrer­e più tempo insieme, a camminare lungo il fiume, a fare la spesa assieme. Consumavam­o la nostra amicizia conoscendo la quotidiani­tà di ogni giorno e scoprendo sempre più somiglianz­e. Non ho potuto che innamorarm­i di lui, che sapevo non poteva ricambiare non essendo omosessual­e. Ci siamo trasferiti nella stessa casa e abbiamo vissuto due anni quasi idilliaci, rovinati solo dal prospetto della fine. Anche lui si è innamorato di me. Di un amore che però non riesce a superare lo scoglio dell’attrazione fisica. Di un amore profondo, ma incompleto. Ci siamo amati pensando che mai ameremo alcuno allo stesso modo ma, nonostante questo, non possiamo stare assieme.

Meglio sola

Caro Massimo, ho 19 anni, una vita “normale”, qualche turbinio dovuto alle scelte dinanzi alle quali mi trovo (studi, lavoro, la vita che comincia davvero). Sono sempre stata timida, ma, crescendo, mi sono accorta che il mio modo di essere non è da cambiare ma da migliorare, perché lo apprezzo: essere chiusa, tenere le cose per me, riservarmi a pochi (per quando li troverò, questi pochi), circondarm­i di piccoli piaceri quali il silenzio, la natura, gli animali, la lettura, la scrittura, studiare, cimentarmi nei miei progetti e doveri. Qualcuno dirà “e gli amici? ma non esci? non vivi a pieno la tua gioventù! va e divertiti!”. Io, così come sto, mi sento bene. Penso sia più importante costruire un rapporto solido con me stessa che con gente che professa l’amicizia e poi non sa starmi accanto.

OLTRE A LAMENTARTI DI LUI DOVRESTI RIFLETTERE SUL PERCHÉ PER ANNI HAI TROVATO ATTRAENTE UN UOMO DEL GENERE

Martina

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