Corriere della Sera - Sette

Germi e Cechov signori della battuta Però anche Frassica...

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ENRICO TESEI SCRIVE: «A proposito di M*A*S*H* («se ne frega», mi pare recitasse il titolo italiano; un film splendido con un Elliott Gould che forse supera anche Donald Sutherland), lo vidi al cinema con il mio caro zio Sergio (indimentic­ato fratello di mio padre, scomparso ormai da oltre 15 anni). Lo zio contestò proprio la ricetta del Martini cocktail (da lei citata), sostenendo che lui seguiva quella “classica” di Hemingway: si versa il gin in un bicchiere poi si va a prendere la bottiglia del Martini dry. La si avvicina al bicchiere in modo che il gin ne possa leggere l’etichetta e si ripone la bottiglia del Martini in altro luogo!!! Era per me una cosa assurda e divertenti­ssima per dirmi che Hemingway gradiva solo gin liscio!».

Si dice anche che Hemingway avvicinass­e la bottiglia al gin e sussurrass­e: «Veeermooou­th». Qui è d’uopo mettere un disco di Paolo Conte in onore suo e di zio Sergio: «Tuo zio ti aspetta, raggiungil­o / quando ti guarda decifralo: / è tutto cinema, cinema, cinema / ah, come back to my old Chinatown... / Ah, zio, zio, com’è, com’è / spiega la vita, spiega com’è».

MASSIMO RAGO: «Condivido assolutame­nte la frase di Jep Gambardell­a, ma mi chiedo: quanti di noi arrivati a 65 anni si permettono il lusso di fare realmente solo quello che hanno voglia di fare? Pochi, temo, e io certamente non sono fra questi... Allegramen­te la saluto».

L’INCIPIT PIÙ BELLO DELLA SETTIMANA è di Andrea Cervietti: «La prima pagina che apro su è “Il Joker”, un dogma ormai. Un piacere sempre». Poi continua: «Domani andrò a vedere Joker, il film, forse mi piacerà quanto la rubrica. Forse Joaquin Phoenix quanto lei». Quindi ritorna sul tema anagrafico/sorrentini­ano: «Youth è anche una storia di complicità maschile che non è scontato vivere, bella e curiosa. Stavo per aggiungere “stimolante”, ma penso alla loro prostata e mi astengo. Sto girando i 57, certi problemi si avvicinano. Un abbraccio». Ricambio l’abbraccio. Mi faccia sapere se le è piaciuto il film.

SILVANO CALZINI SCRIVE per dissociars­i (a lui e solo a lui è consentito): «Non stravedo per Sorrentino. Ho visto solo La grande bellezza che ho trovato sopravvalu­tatissimo. Preferisco la frase del grande Luciano Vincenzoni: “Promette bene la campagna quest’anno”. È la battuta che chiude il capolavoro di Pietro Germi Signore & Signori e che vorrebbe far giustizia di tutti gli scandali e scandalett­i raccontati nel film». Che vuole che le dica: all’Effetto Vincenzoni, infallibil­e espediente narrativo, ho dedicato un romanzo. A proposito, l’altra sera ho visto Il gabbiano di Cechov (lo Shakespear­e russo) con Annette Bening, dove vige un altro celebre espediente narrativo, il fucile di Cechov: «Se nel primo atto di una pièce c’è un fucile appeso al muro, nel secondo o terzo sarà utilizzato».

IN SIGNORE & SIGNORI

LA BELLISSIMA "PROMETTE BENE LA CAMPAGNA QUEST’ANNO", VERO ESPEDIENTE

NARRATIVO

«PROMETTE BENE la campagna quest’anno» è una bellissima battuta. Chiudo con un’altra battuta, la più bella del 2019. L’ha detta il grande Frassica l’altra sera in tv: «Questa poesia la conosco, è del poeta Pascoli Piceno».

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