Corriere della Sera - Sette

Borghi, Mr. Wolf in salsa leghista

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Un altro personaggi­one è questo Claudio Borghi della Lega, lo chef prediletto da Matteo Salvini per sfornare, a giorni alterni, golose ricette di economia: Italexit, mini-bot, Flat Tax. Una goduria per i cronisti politici.

All’inizio, l’abbiamo persino preso abbastanza sul serio. Siamo cascati un po’ tutti nel trucco dello sguardo: del resto lui è bravissimo a metterne su sempre uno molto convinto, definitivo, con l’aria di chi sta lì a spiegarti cose e meccanismi che tu, poverino, fatichi a capire.

Poi un giorno abbiamo capito che lui, proprio lui che voleva rifilare agli italiani i mini-bot, pezzacci di carta per pagare crediti fiscali o saldare i debiti dello Stato, proprio lui aveva fatto un bel po’ di soldi speculando sui tradiziona­li Btp (ad agosto, sfruttando la scommessa sbagliata del suo Capitano che sperava di andare a elezioni anticipate, vendette i titoli di Stato acquistati un anno prima).

Un furbacchio­ne con la parlantina da furbacchio­ne (in tivù, nei talk, va infatti fortissimo): ex fattorino, ex agente di cambio, ex broker, ex agente della Deutsche

Bank, ex docente a contratto di Economia e mercato dell’arte all’Università Cattolica e, per hobby, a sua volta mercante d’arte. La vita gli cambia una notte. Con il cellulare che inizia a squillare. Voce leggerment­e impastata: “Ciao, sono Matteo: hai voglia di spiegarmi queste tue strane idee sull’euro?”. La mattina dopo, Borghi gli tiene una lezioncina. Il Capitano, d’istinto puro, capisce: butta nel cestino il suo precedente libroguida, Il sacco del Nord di Luca Ricolfi, e inizia a leggere la bibbia degli euroscetti­ci: Il tramonto dell’euro di Alberto Bagnai.

Borghi prova ad incassare: si candida con il Carroccio alle Europee del 2014, però non ce la fa. Un anno dopo cerca di diventare governator­e della Toscana, ma niente: riperde. Nel 2017 riesce ad essere eletto nel Consiglio comunale di Como e poi eccolo, finalmente, entrare tronfio a Montecitor­io con il suo mantra: dobbiamo uscire dall’euro. Subito. Anche domani.

Qualcuno avverte Salvini: cambiate musica. Troppo duri. Rischiate di farvi male. Allora il Capitano tuona: «La storia non può essere riscritta. Ormai siamo nell’euro e…». E Borghi? «Io, per vocazione, sono come Mister Wolf di Pulp Fiction: provo a risolvere problemi». Mah.

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