Corriere della Sera - Sette

QUANTO È DIFFICILE RICONOSCER­E CHE LA SCIENZA È UNA SINFONIA, NON UN ASSOLO NON È VERO, SIGNOR NOBEL?

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In qualsiasi competizio­ne o concorso, qualcuno protesterà. Indipenden­temente dal premio e dall’importanza, qualcuno protesterà. Perché avremmo dovuto vincere noi o chi pensavamo fosse meritevole. A volte è vero. Che nel 1990 l’Oscar per la migliore sceneggiat­ura sia andato a Tom Schulman per L’attimo fuggente e non a Woody Allen per Crimini e Misfatti è uno scandalo incontrove­rtibile. Ogni anno, come per gli Oscar, il Festival di Sanremo ha i suoi vincitori morali e quelli reali. Ogni anno succede qualcosa di simile anche per i premi Nobel.

A ottobre sono stati assegnati quelli del 2019 e sono stati tutti corali tranne quello per la Pace. Un coro un po’ ristretto, composto al massimo da 3 premiati. E questo è un problema, perché a parte rari casi, la scienza è un lavoro di gruppo. Il Premio com’è ora —che sia a uno o a tre — descrive in modo angusto e scorretto le scoperte e le invenzioni scientific­he.

Tra gli esempi più clamorosi c’è il premio per la Fisica del 2017, assegnato a Rainer Weiss, Barry Barish e Kip Thorne per l’osservazio­ne delle onde gravitazio­nali. Il riconoscim­ento è dovuto e abbastanza prevedibil­e. Il 14 settembre 2015, due osservator­i (LIGO e VIR

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GO) rilevano per la prima volta il segnale delle onde gravitazio­nali. Pochi mesi più tardi la scoperta è descritta in Observatio­n of Gravitatio­nal Waves from a Binary Black Hole Merger di B. P. Abbott e altri. Cosa c’è che non va? La risposta sta nella estensione di “altri”. Dopo il primo firmatario, seguono 3 pagine di nomi, o meglio di cognomi e nomi puntati. Per non parlare dei 4.145 firmatari dell’articolo in cui si calcola la massa del bosone di Higgs.

Fin dalla sua nascita, il Nobel ha provocato malumori e critiche. Il Premio nasce da un necrologio sbagliato. «Il mercante di morte è morto» scrive un giornale francese nel 1888. «Alfred Nobel, che si è arricchito trovando il modo di uccidere più persone possibile in poco tempo, è morto ieri». Alfred è vivo e ha brevettato la dinamite e molte altre invenzioni che lo hanno reso ricco. È il fratello a essere morto, ma è Alfred a rimanerci male. Come sarò ricordato?, pensa. E come rimediare? Qualche anno più tardi, scrive il suo testamento. Il capitale sarà investito e distribuit­o ogni anno in 5 parti: fisica, medicina o fisiologia, chimica, letteratur­a, pace. La Fondazione Nobel aggiunge quello in Economia alla fine degli Anni 60.

Secondo le volontà del suo creatore, i premi in ambito scientific­o devono essere attribuiti a chi ha fatto «la scoperta o l’invenzione più importante». Sono stati fatti indubbiame­nte degli errori sia nelle scelte, sia nelle omissioni. L’insieme degli esclusi dai Nobel è abbastanza numeroso e possiamo dividerlo in due sottoinsie­mi: gli ignorati e quelli che hanno contribuit­o alla scoperta o invenzione premiata ma sono rimasti nell’ombra.

La “quarta persona”

Tra i non premiati ci sono casi celebri, come Thomas Edison e Nikola Tesla, vincitori senza premio. Nel 1909 il New York Times titola “il premio Nobel a Edison”. Il malinteso avrà vita molto lunga. E come Jonas Salk e Albert Sabin, anche se il vaccino contro la poliomieli­te sembra una classica scoperta da Nobel. Ci sono i candidati seriali come Gaston Ramon, candidato 155 volte tra il 1939 e il 1955 e scopritore del vaccino per la difterite. Quelli morti prima della possibile candidatur­a e quelli scartati per ragioni politiche. E poi ci sono le cosiddette quarte persone, quel mondo escluso dal limite del “massimo 3”, tanto più dannoso se concordiam­o con George Bernard Shaw: i soldi del Nobel sono un salvagente lanciato a un nuotatore che è già arrivato a riva.

Lise Meitner è forse il più famoso Nobel non conferito. C’è anche la Seconda guerra mondiale di mezzo e il Premio per la fissione nucleare viene consegnato solo a Otto Hahn. Meitner è una scienziata straordina­ria e il suo ruolo nella scoperta è decisivo. Sarà nominata più volte sia per la Fisica sia per la Chimica, ma non vincerà mai. Il 1962 è l’anno di James Watson e Francis Crick (e Maurice Wilkins che nessuno ricorda) per la doppia elica del DNA. Rosalind Franklin è morta 4 anni prima e la sua esclusione è tecnicamen­te giustifica­ta da questo criterio. Nonostante ciò, Franklin è considerat­a una quarta persona.

Martyn Ryle e Antony Hewish vincono il premio per la Fisica nel 1974. In particolar­e, Hewish per la scoperta delle pulsar. Peccato che fosse stata Jocelyn Bell, allora dottoranda, ad accorgersi di quello

L’assegnazio­ne del Premio a un individuo o a un piccolo gruppo si rivela una restrizion­e sbagliata. Il limite del “massimo 3” è dannoso: lo dimostrano decine di casi con un quarto uomo (o donna!) dimenticat­i

strano segnale intermitte­nte.

Abolirlo?

Al di là dei casi specifici, l’assegnazio­ne a un individuo o a un piccolo gruppo sembra essere una restrizion­e intrinseca­mente sbagliata. Una scoperta da Nobel somiglia più a una sinfonia che a un assolo e il riconoscim­ento dovrebbe conservare questo aspetto collettivo della scienza. Nel 1975 un editoriale su Nature suggeriva una soluzione drastica: abolirlo. Però il Nobel è un premio molto popolare, a torto o a ragione, e forse un riconoscim­ento meno personalis­tico potrebbe contribuir­e a una comprensio­ne più corretta della più corale delle imprese umane.

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 ??  ?? Nella foto del belga Benjamin Couprie, scattata il 29 ottobre 1927, i partecipan­ti alla V Conferenza di Solvay poco prima della cena di chiusura dei lavori. In grassetto i premi Nobel con tra parentesi l’anno di conferimen­to. Dal basso a sinistra:
1. I. Langmuir (1932) 2. M. Planck (1918) 3. M. Curie (1903)
4. H.A. Lorentz (1902) 5. A. Einstein (1921) 6. P. Langevin
7. Ch. E. Guye 8. C.T.R. Wilson 9. O.W. Richardson (1928)
10. P. Debye (1936) 11. M. Knudsen 12. W. L. Bragg (1915)
13. H.A. Kramers 14. P.A.M. Dirac (1933)
15. A.H. Compton (1927) 16. L. de Broglie (1929)
17. M. Born (1954) 18. N. Bohr (1922) 19. A. Piccard
20. E. Henriot 21. P. Ehrenfest 22. Ed. Heren 23. Th. De Donder
24. E. Schrödinge­r (1933) 25. E. Verschaffe­lt 26. W. Pauli (1945)
27. W. Heisenberg (1932) 28. E.H. Fowler 29. L. Brillouin
Assenti: Sir W. H. Bragg (1915), H. Deslandres e E. van Aubel
Nella foto del belga Benjamin Couprie, scattata il 29 ottobre 1927, i partecipan­ti alla V Conferenza di Solvay poco prima della cena di chiusura dei lavori. In grassetto i premi Nobel con tra parentesi l’anno di conferimen­to. Dal basso a sinistra: 1. I. Langmuir (1932) 2. M. Planck (1918) 3. M. Curie (1903) 4. H.A. Lorentz (1902) 5. A. Einstein (1921) 6. P. Langevin 7. Ch. E. Guye 8. C.T.R. Wilson 9. O.W. Richardson (1928) 10. P. Debye (1936) 11. M. Knudsen 12. W. L. Bragg (1915) 13. H.A. Kramers 14. P.A.M. Dirac (1933) 15. A.H. Compton (1927) 16. L. de Broglie (1929) 17. M. Born (1954) 18. N. Bohr (1922) 19. A. Piccard 20. E. Henriot 21. P. Ehrenfest 22. Ed. Heren 23. Th. De Donder 24. E. Schrödinge­r (1933) 25. E. Verschaffe­lt 26. W. Pauli (1945) 27. W. Heisenberg (1932) 28. E.H. Fowler 29. L. Brillouin Assenti: Sir W. H. Bragg (1915), H. Deslandres e E. van Aubel

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